Letteratura Siciliana

Le Donas De Fuera, Palermo

Voglio accompagnarti in un luogo pieno di misteri e leggende. Un luogo degno di una di quelle storie che la nostra isola nasconde tra le sue strade. Siamo a Palermo, nella zona dell’Albergheria, in un cortile chiamato delle Sette Fate.

Alcuni racconti narrano di questo luogo come punto d’incontro delle cosiddette Donas de fuera. Secondo la tradizione siciliana, con particolare attenzione a quella di Palermo e di Messina, le Donas de fuera o in base alla provincia d’appartenenza nominate donni di fora, belli signuri, donni di locu, patruni di casa, sono donne generose ma anche spietate e pericolose. Queste figure femminili non classificabili come streghe né fate, sono trentatré e tutte sotto le dipendenze di una “mamma Maggiore“, conosciuta come “Savia Sibilla“, la loro matrona o maestra.

donas de fuera
Donas de fuera

Le Donas de fuera sono solite uscire dal loro rifugio solitamente il martedì, il giovedì e il sabato, al calar della notte. Si presentano come spiriti o anime che si intrufolano nelle case dei loro vicini attraverso le toppe delle serrature premiando chi ha meritato il loro amore o castigando chi, invece, ha meritato il loro odio.

Sono  innocenti e silenziose figure femminili, ma alla luce del giorno, diventano rospi fino alla notte successiva. Per questa ragione l’usanza popolare racconta di non uccidere o di non far del male a queste docili bestioline. Per chi osa maltrattarle, però, ci sono diverse pene da dover scontare.

Queste mistiche donne si riuniscono tre volte a settimana nell’isola pontina di Ventotene e discutono di malocchi, fatture e jettature. L’origine di questa magica credenza probabilmente risiede nell’incredulità maschile nei confronti delle loro mogli. Infatti è troppo difficile per un marito credere che una donna possa essere comprensiva e affettuosa, casalinga ineccepibile, madre dedita e addirittura esteticamente desiderabile. Per  ciò le donne non potevano che essere un po’ streghe o addirittura frutto di un patto con il diavolo. Alcuni raccontano che per fare in modo di ricevere in casa la visita di una di queste “belle signore” bisogna ardere dell’incenso prima della mezzanotte, insieme a delle foglie di alloro e rosmarino. Occorre recitare la seguente formula:

«Ti salutu re di lu Suli. Ti salutu re di la Luna. Ti salutu stidda ‘ndiana. Beni aspettu ‘ntra sìmana».

I palermitani narrano un altro curioso aneddoto. Tra le strade dell’antico mercato di Ballarò sorge una torre che, secondo la leggenda, è proprio il luogo dove la notte si riunivano le sette bellissime donne. Proprio in questo posto le Donas de fuera portavano con sé qualche compagnia maschile o femminile che a loro aggradava, facendo vedere loro incantevoli scenari musicali e non solo.

Prima dell’alba, però, le donne li riaccompagnavano nelle loro case. La piazzetta dove sorge la torre, ancora oggi custodisce il nome di Cortile delle sette Fate. In ricordo di queste donne che abitavano il curtigghio di Palermo. Erano donne che semplicemente hanno marchiato la nostra credenza popolare. Donne tenaci, spaventose ma anche incantate e incantevoli. Donne, Donne, Semplicemente Donne.

 

Andrea Barbaro Galizia

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