Architettura Siciliana, Tonnare

Tonnara di Portopalo di Capo Passero

Situata appena fuori dal paese in direzione Marzamemi la Tonnara di Capo Passero è uno splendido monumento di archeologia industriale. La tonnara ha origini antichissime risalenti fino al Medioevo, ma è solo dalla seconda metà del Settecento che la tonnara moderna comincia a prendere la forma attuale, grazie all’intervento del principe di Villadorata, Corradino Nicolaci.

  L’attività di pesca continuò fino a fine secolo, ma in seguito a una cessione di proprietà si interruppe ai primi anni dell’Ottocento. La tonnara venne riattivata nel 1895 per opera di don Pietro Bruno di Belmonte, che all’epoca possedeva i titoli di esercizio dell’attività ittica, e continuò la sua attività annualmente fino al 1969.
Dal ’69 al 2000 si passò a una cadenza quinquennale. Oggi è completamente inattiva, ma svolge, insieme con il castello Tafuri, un importante ruolo folcloristico e ambientale per i residenti e i turisti della zona.
Mario Soldati, nel suo viaggio alla scoperta dei vini genuini, nel 1968 riportò sulla pubblicazione ‘Vino al Vino’ scrisse in riferimento a Capo Passero:

“Per arrivarci, abbiamo attraversato chilometri e chilometri di vigneti: e qui è la tonnara. Non vi accennerei neanche, se non fosse uno dei luoghi più meravigliosi che ho visto, in tutto il mondo, America e Africa comprese”.

Il complesso edilizio, un po’ infossato rispetto alla strada nuova per Portopalo, ma sopraelevato dal mare di circa quaranta metri, si presenta con iconografia a “L”. Tutta la disposizione dei diversi ambienti lascia apparire una netta divisione tra gli spazi lavorativi e quelli della residenza padronale e dei tonnaroti, ottenuta con muri di cinta e cancelli. Le articolate e specializzate costruzioni relative alla tonnara di Capo Passero trovano una vivace ed attenta collocazione negli scritti del capomastro di “maramma” Mariano Pileri stilati nel 1795.

 

Attorno alla loggia grande, cuore della tonnara, si svilupparono i numerosissimi magazzini delle dogarelle, dei barili, dove un rialto consentiva al contadore di seguire i procedimenti paleoindustriali per la conservazione sottosale e in salamoia e di annotare nel contempo le debite registrazioni. Vicini erano il magazzino della sorra, il prodotto più raffinato dell’intera serie delle tonnine, il magazzino delle botti “nominato di Santa Lucia” e il magazzino del sale grosso. Non mancavano i dammusi per le derrate alimentari.

Nell’arsenale fervevano le opere dei bottari e dei calafati, mentre nella silenziosa camperia, deposito delle reti da una stagione alla successiva, si provvedeva saltuariamente alla manutenzione dei cavi e ad interventi di emergenza sulle reti. Nella panetteria si ottemperava invece ad una esigenza di ordine diverso, si dispensava quoti-dianamente la razione del pane. Per i cavalli e i carrozzini dei cavallari, gli acquirenti del tonno fresco, era a disposizione una loggia aperta sorretta da pilastri. I locali adibiti a funzioni abitative erano attribuiti, secondo gli stessi criteri gerarchici che regolavano la vita della tonnara: le stanze del rais, la casa dei calafati, le case dei marinai, dei maestri terrazzani, del campiere di loggia e del custode delle case della tonnara, dei camparioti, degli infanti.

Al primo piano c’erano due camere del “quarto antico” per la gente di “serviggio” ed altre cinque camere, camere per “dormire” e infine sala, antisala, cucina e anticucina. In questo articolato e polivalente complesso edilizio verdeggiava un giardino con verdure e tante specie di insalate e tante aiole fiorite. La chiesa “in calce e arena, con l’affacciata e coro balatato di pietra di Malta” si erge imponente di fronte al mare, a fianco della casa dell’amministrazione (che è anche la casa del proprietario); è dedicata sin dal secolo XVII alla S.S. Annunziata.

Nel 1981 vennero scoperte dieci vasche in muratura, nella spiaggia “del Collo”, vicino Scalo Mandrie. All’interno, sono state trovate vertebre di tonno e numerose monete, resti di lavorazione del pesce, conservato sotto sale.

La tonnara versa attualmente in stato di abbandono ma ci auguriamo che possa essere restituita alla collettività senza dover correre il rischio che questo posto unico al mondo possa perdere la sua unicità, fatta anche di luoghi selvaggi e magici come l’isola di Capo Passero. Voi cosa ne pensate? Riusciranno a salvarla?

 

Aldo Pilato

2 comments on “Tonnara di Portopalo di Capo Passero

Gustavo Fortunato Cecchini

Vorrei sapere se attualmente sia privata. In questo caso la stanno lasciando deperire per poi chiedere la demolizione e sostituire la volumetria per altre attività turistiche. Occorre acquisirla subito alla collettività e restaurarla per la sua fruizione della memoria storica. Potrebbe giustificarsi anche un utilizzo per un centro culturale da assegnare in gestione a qualche associazione locale.

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Aldo Pilato

Negli ultimi anni c’è stata una disputa tra la Regione Siciliana che insieme a Legambiente si opponevano al parere della Soprintendenza ai Beni Culturali di Siracusa, riguardo la destinazione d’uso che volevano farne della tonnara. Nel 2020 il Consiglio di giustizia amministrativa ha bloccato l’iter per la realizzazione di un albergo lussuoso voluto da imprenditori mantovani che si erano innamorati di questi luoghi durante una vacanza. La tonnara, di proprietà di uno degli ultimi eredi del marchese Belmonte stava per essere ceduta a questo gruppo di professionisti mantovani. Ha prevalso quindi alla fine l’interesse della collettività a scapito del privato, che ha lasciato questi luoghi nel degrado e nell’abbandono. Vedremo come si evolverà la questione e ci aspettiamo che venga presentato un nuovo progetto rispettoso della storia di questi luoghi e dell’ambiente prima che la tonnara crolli del tutto e diventi irrecuperabile.

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