Feste Religiose, Pasqua in Sicilia

Settimana Santa ad Agrigento

Agrigento, con la sua piccola altura che sovrasta il mare, diventa un teatro perfetto. Qui, tra queste antiche strade tinte di giallo a due passi dai templi, Pirandello e Cammilleri, sono passati migliaia di volte e tante volte hanno  vissuto i riti della Settimana Santa.

Cammilleri, nel suo “Commissiario Montalbano”, li descrive e li rende vivi con la sua voce che miscela sacro e profano, dialetto siciliano e lingua italiana, vita e morte. Ad Agrigento, il giovedì santo, si tinge di attesa: i devoti girano tutte le chiese, e tutti i sepolcri, in una confusione ordinata tra passato e presente. Ma è il Venerdì Santo che le manifestazioni della Settimana Santa iniziano davvero: già a partire dalle 9 tutto i ferma per le strade.

Quelle strade saranno ferme e immobili, eppure per tutto il giorno le varie confraternite saranno protagoniste nel portare in giro ininterrottamente simulacri. Alle ore 9 inizia il cammino del Simulacro di Gesù dalla piazza antistante la Cattedrale. A partire dalle 10:00 ha luogo la processione con la vara della Madonna la quale viene fatta uscire dalla Basilica dell’Addolorata di via Garibaldi. Ma sarà invece alle 10,30, presso l’Addolorata, che avviene l’incontro tra i due simulacri. La processione procederà quindi lungo le vie Garibaldi, Atenea e nei vicoli del centro storico per risalire poi verso la Chiesa di Sant’Alfonso con la banda musicale che inonda l’aria di tristezza e i devoti che riempiono quelle strade con devozione.

Gli Agrigentini, anche per tutto il giorno, non lasciano i due simulacri mai da soli. Essi continuano a seguire per l’intera giornata il percorso delle processioni sino a quando presso la Chiesa di Sant Alfonso alle 14 avverrà la Crocifissione. Canti e preghiere accompagnano il pomeriggio, sino ad arrivare alle ore 20.00 alla “Scinnenza”: Gesù viene sceso dalla croce. L’urna con il Cristo e la vara della Madonna, seguiranno quindi il percorso di via Duomo, via Bac Bac, via San Girolamo proseguendo per via Porcello, fino a giungere nella centralissima via Atenea e quindi presso la Basilica di San Domenico in piazza Pirandello.

Il Clima è mesto e già alle ore 23.00, nel silenzio più assoluto, le parole dell’arcivescovo, col suo discorso mesto, rimbombano le strade proprio a partire da quella piazza. Tutto si scioglie pochi minuti dopo. Riporteranno la statua della Madonna presso la Basilica dell’Immacolata, mentre quella del Cristo risale fino alla Cattedrale.

Tutto è andato secondo copione da centinaia di anni. Si torna a letto. Mesti e tristi come non mai. Cristo è morto. La madre lo piange. Anche qui, in questo luogo specchiato sul mare.

 

FrancescoDaniele Miceli

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