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Giugnettu non è giugno. È luglio. E viene da Parigi.

Sotto il sole rovente di luglio, in Sicilia c’è una parola che si scioglie da sola: “giugnettu”. La usano i vecchi nelle piazze, i contadini sotto gli ulivi, le nonne davanti al ventilatore: «Giugnettu, tuttu jettu!», si sente dire, con quella voce che sa di polvere, sudore e memoria. Ma pochi sanno che “giugnettu” non significa giugno. Significa luglio.

E che la sua origine affonda in una lingua che — forse a sorpresa — non è l’arabo, il greco o lo spagnolo. È il francese.

Un viaggio nelle parole

La parola giugnettu deriva dall’antico francese “juignet”, diminutivo di juin (giugno), ma corrispondente già nel Medioevo al moderno “juillet” — luglio. A confermarlo è anche l’Accademia della Crusca, che riconosce “giugnèttu ‘luglio’, dall’antico francese juignet” come prestito linguistico.

Come ci è arrivato in Sicilia?
Con i Normanni, con il francese medievale portato dalle corti del Nord Europa nel cuore dell’isola, che hanno lasciato tracce nella lingua, nel diritto e perfino nei toponimi.

Altri francesismi che parliamo ogni giorno

E giugnettu non è solo.
Nel nostro dialetto convivono decine di parole di origine francese, che usiamo ogni giorno senza rendercene conto:
• 🧀 Friscò → da frais (fresco)
• 🔪 Vucceri → da boucher (macellaio)
• 🎀 Tupé → da toupet (ciuffo)
• 👗 Bustìnu → da bustier (corpetto)
• 🍴 Cucchiàru → da cuiller (cucchiaio)
• 🚪 Purtusu → da porte (porta)

Parole che hanno viaggiato nel tempo e nelle bocche, trasformandosi, adattandosi, diventando siciliane a pieno titolo. Francesi nell’anima, ma siciliane nel suono.

Una lingua che è un mosaico

Il dialetto siciliano — che molti chiamano impropriamente “parlata” — è in realtà una delle lingue romanze più ricche d’Europa.
È un mosaico vivente che unisce:
• l’arabo degli emiri,
• il greco dei bizantini,
• il latino dei romani,
• lo spagnolo dei viceré,
• e, sì… anche il francese dei normanni.

Ogni parola è una tessera di storia, ogni espressione un ponte con popoli e dominazioni che hanno lasciato traccia, non solo sulle pietre ma anche nelle voci. E oggi, a “giugnettu”, sudiamo… anche in francese.

Quando in Sicilia si dice che “giugnettu, tuttu jettu”, non è solo un modo per dire che fa caldo.
È una frase che porta dentro secoli di memoria linguistica, frammenti di conquiste, radici profonde in una terra che ha imparato a far sue tutte le parole che l’hanno attraversata.

Siamo il Sud che custodisce il mondo.
Anche quando… si scioglie.

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📌 Leggi anche:
👉 “Modi di Dire Siciliani, parte 1,2,e 3”
👉 “Il dialetto siciliano”

Andrea Barbaro Galizia

📚 FONTI:

[1] Accademia della Crusca – “Giugnèttu ‘luglio’ dall’antico francese juignet”
[2] Wiktionary – Juillet (etimologia: lat. julius > fr. juillet > sic. giugnettu)
[3] it.wikipedia.org/wiki/Lingua_siciliana
[4]Accademia della Lingua Siciliana

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