Curiosità Siciliane

Sophia Loren e la Sicilia: sangue agrigentino e identità mediterranea

“Il sex appeal è composto per il cinquanta per cento da ciò che uno ha, per l’altro cinquanta per cento da ciò che gli altri pensano uno abbia.” Sophia Loren

Una nascita romana, radici sicule: il segno degli Scicolone

Sofia Costanza Brigida Villani Scicolone, conosciuta nel mondo come Sophia Loren,  nasce a Roma il 20 settembre 1934, ma nellle sue vene scorre sangue siciliano. Suo padre, Riccardo Scicolone Murillo, apparteneva alla famiglia nobile degli Scicolone di Licata, in provincia di Agrigento, con il titolo storico di marchesi di Licata.

I baroni Scicolone sono documentati fin dal XVIII secolo e figurano nella Venerabile Confraternita della Carità di Licata. Un patrimonio familiare che riallaccia Sophia a un passato solido e territoriale.

La Nascità di un amore che diede i Natali a Sophia Loren.

Sophia loren
Mamma Romilda, Maria e Sophia, archivio storico

La madre Romilda Villani era una vera appassionata di cinema e teatro. Nel 1932  vinse a Pozzuoli un concorso di bellezza che gli offriva l’opportunità di andare ad Hollywood e recitare come sosia e controfigura di Greta Garbo. L’opposizione dei genitori e l’obbligo di prendere il diploma di pianista, distrusse il suo sogno. Testarda, caratteristica che lascia in eredità alla figlia, la porta a Roma, per tentare nuovamente la sorte.

Nella capitale conobbe Riccardo Scicolone, un impiegato nel settore immobiliare. Entrambi bellissimi, si innamorarono. Da quell’amore nacquero, prima Sofia e poi Maria. Riccardo Scicolone tuttavia riconobbe soltanto la prima bambina. Quest’ultima porterà il cognome della madre, fino a quando Sofia pagherà al padre una cospicua somma di denaro per darle il cognome Scicolone.

Infanzia lontana dalla nobiltà, ma vicino al cuore del Sud

Nonostante il riconoscimento della paternità, egli non sposò mai Romilda Villani, costringendola a trasferirsi da Roma a Pozzuoli (nei pressi di Napoli), dove vissero anni di difficoltà economiche e povertà durante la Seconda guerra mondiale.

È nella periferia sudista che la giovane Sophia cresce nutrita dai valori meridionali: dignità, resilienza e amore per la cultura napoletana che segneranno la sua carriera e l’identità pubblica  .

Suo padre era un vero e proprio estraneo, veniva a trovarla e non vedeva l’ora di andar via. Si era creato la sua nuova famiglia.

“La mia infanzia è stata un’esperienza negativa, con la guerra, la povertà, la mancanza di un padre. Però tra noi c’era molto amore, così non sono diventata una persona amara: sono anzi ottimista, mi sveglio ogni mattina certa che dietro l’angolo mi aspetta una cosa bella. Solo così posso vivere, serena, tranquilla. Con la mia famiglia, e guai a chi me la tocca.”

La nonna Luisa, la cui anima era forgiata nel fuoco della resilienza, aprì nel suo salotto un piano-bar e la stessa Sophia  iniziò a lavorare, servendo ai tavoli e lavando le stoviglie. Successivamente iniziò a partecipare ai concorsi di bellezza, sognando un futuro migliore per sé stessa e per la sua famiglia, incoraggiata dalla mamma Romilda. Nel 1950 Sophia Loren non vinse il titolo di Miss Italia, ma ha ottenuto il titolo di Miss Eleganza, un premio speciale creato appositamente per lei durante il concorso, quando aveva solo 15 anni.

Ciò nonostante, Sophia raccontò un episodio che la colpì molto quando il padre, venne a conoscenza della sua scelta di entrare nel mondo dello spettacolo, cercò di screditarla nel peggiore dei modi.

Sophia Loren
Mamma Romilda Villani e Sophia Loren, archivio storico

“Vinsi un concorso di bellezza e con quei soldi con mamma partimmo per Roma per provare la scalata al mondo del cinema. Prendemmo casa e una mattina bussarono alla porta i poliziotti che ci accusarono di abitare in una casa di appuntamenti. Fummo trascinate e ci fu chiesto di giustificare i proventi con cui vivevamo. Mio padre ci aveva denunciato avanzando il dubbio che avessimo trasformato il nostro appartamento in una casa di appuntamenti. Per fortuna riuscimmo a dimostrare con facilità l’origine dei miei guadagni. La ferita che ci aveva inferto mio padre era profonda e non si è mai più rimarginata”.

La ricostruzione storica del suo albero genealogico è stato frutto dello Studio Araldico Genealogico Italiano che  ha voluto omaggiare Sofia ricostruendo la storia della famiglia Scicolone. Tutti gli antenati diretti della Loren erano ufficiali dell’esercito borbonico, dal bisnonno fino, via via tornando indietro, agli avi vissuti alla metà del 1700.

 “I baroni Scicolone, antenati della grande artista Sofia Villani Scicolone, in arte Sofia Loren, risultano iscritti alla Venerabile Confraternita della Carità. Tracce documentali sono conservate presso l’archivio storico della confraternita e in due lapidi sepolcrali del XVIII e XIX secolo. Sono custodite nell’androne della sede del governatorato della medesima”.

Il legame con la Sicilia: tra orgoglio e riconoscimenti simbolici

Nel 2021 fu proposta la cittadinanza onoraria di Agrigento per Sophia, a testimonianza del forte legame simbolico con la Sicilia. È un riconoscimento che mette in risalto la sua identità come icona di italianità: bellezza mediterranea e fascino aristocratico raccolti in una figura di livello globale.

Sophia Loren ha ricevuto numerosi premi nella sua lunga carriera: oltre a 2 premi Oscar (nel 1962 per La Ciociara e nel 1991 alla carriera), cinque Golden Globe, un Leone d’oro, un Grammy Award, una Coppa Volpi al Festival di Venezia, un Prix al Festival di Cannes, un Orso d’oro alla carriera al Festival di Berlino. Il suo talento è celebrato con una stella sulla “Walk of Fame” di Hollywood.

Forse non ha mai vissuto in Sicilia, ma in quel portamento fiero, in quello sguardo profondo e in quel nome antico scorre l’eco silenzioso di Licata, di una terra che ha sempre saputo partorire regine senza corona. Sophia Loren è una di loro. Grazie Sophia, per portare nel mondo la bellezza italiana, il talento siciliano e l’umiltà dell’arte della recitazione.

E voi, avete un parente emigrato che ha portato un pezzo di Sicilia nel mondo? Scriveteci la vostra storia: la Sicilia non finisce mai dentro i suoi confini.

Andrea Barbaro Galizia

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