Feste Religiose

Santa Lucia, Siracusa

Santa Lucia, vergine e martire siracusana, nacque a Siracusa da nobilissima famiglia intorno al 283. Sin da piccola fu educata alla fede cristiana dalla madre Eutìchia. Quest’ultima soffriva da molto tempo di gravi emorragie e, nonostante le dispendiose cure, non riusciva a guarire. Così Lucia ed Eutìchia partirono di nascosto per Catania per chiedere il miracolo della guarigione a Sant’Agata, martirizzata circa cinquant’anni prima. Ma appena giunte davanti al sepolcro della martire catanese per pregarla, Lucia si assopì e le apparve in sonno proprio Sant’Agata che le disse: “Lucia, perché chiedi a me ciò che puoi ottenere tu stessa per tua madre?“, annunziandole inoltre che così come i Catanesi avrebbero glorificato la propria città per mezzo suo, i Siracusani avrebbero fatto lo stesso per mezzo di Lucia.

Santa Lucia

Ritornate a Siracusa e constatata la guarigione di Eutìchia, Lucia comunicò alla madre la sua ferma decisione di consacrarsi a Cristo e di donare tutti i suoi averi ai poveri. Il pretendente sposo, preoccupato nel vedere donare tutto il suo patrimonio e verificato il rifiuto di Lucia al matrimonio, la denunciò come cristiana nel periodo in cui erano in corso le persecuzioni di Diocleziano. Portata davanti all’arconte Pascasio, Lucia ingaggiò un’impegnativa discussione con questi e arrivò addirittura a mettere in difficoltà l’arconte stesso con le sue deduzioni.

Al che Pascasio ordinò che fosse condotta a forza presso un postribolo per essere violentata, ma nemmeno i cento buoi che furono legati attorno a lei per trascinarla riuscirono a smuoverla di un centimetro, tale era la forza dello Spirito Santo che risiedeva in lei. Allora Pascasio ordinò che fosse ricoperta di pece e arsa viva sul rogo, ma la pece le colò via senza sporcarla e le fiamme che furono accese ai suoi piedi non la sfiorarono minimamente, ma anzi si allargano attorno a Lucia con lei al centro illesa. Pascasio gridò che si trattava di una strega, ma Lucia rispose che non era stregoneria, ma opera dello Spirito Santo che alberga in coloro che vivono castamente e piamente.

Pascasio, accecato d’ira, allora ordinò che fosse decapitata (come si usava allora per le persone di nobile famiglia). Così si compì il martirio di Santa Lucia: era il 13 Dicembre del 304. Del tutto privo di fondamento, perché non riportato in nessuno atto del martirio, il supplizio secondo cui a Lucia vennero cavati gli occhi; è una leggenda nata in tardo Medioevo per giustificare il collegamento del nome stesso al termine latino lux, luce proprio nel periodo in cui avviene il solstizio d’inverno quando le ore del giorno ricominciano ad allungarsi nuovamente. Attecchì tanto fortemente questa leggenda che è entrato nell’iconografia classica di Santa Lucia la raffigurazione di lei che tiene un piattino con sopra due occhi. Il nome Lucia, in realtà, le deriva dal padre Lucio, di cui rimase orfana in tenera età.

Santa Lucia
Foto di Giuseppe Brunetti Baldi

A Siracusa il culto della Santa nacque sin da subito. Ritrovarono nella catacomba di San Giovanni un’iscrizione tombale di fine IV secolo. In essa, un siracusano disperato piange la morte della moglie Eùschia defunta proprio il 13 Dicembre, affidando la sua anima all’intercessione di Santa Lucia. La Festa moderna, per come oggi ancora si tiene, nacque in epoca aragonese e venne definita a inizio del ‘600 in occasione dell’ingresso a Siracusa dello splendido simulacro argenteo della Santa, capolavoro dell’oreficeria manierista siciliana, commissionato dal Senato di Siracusa nel 1599 all’argentiere palermitano Pietro Rizzo con la collaborazione di Nibìlio Gagini. Il Vicerè di Sicilia, Bernardino de Cardenas y Portugal, duca di Maqueda, definì il simulacro di Santa Lucia “la più bella opera che sia in Italia”.

L’intero simulacro con la cassa pesa 5.000 kg ed è alto 3,70 metri. La statua della Santa è alta 1,54 metri. Essa raffigura Lucia in posizione eretta, con il braccio destro proteso in avanti e reggente un piatto con gli occhi, mentre la sinistra impugna una palma, simbolo del martirio. Al collo un pugnale le trafigge la gola a ricordo della sua uccisione per decapitazione. Il corpo è in movimento come nell’atto di incedere, serafica e forte, verso il martirio. La cassa su cui poggia la statua raffigura scene del martirio di Santa Lucia, tra cui la riproduzione del quadro del Caravaggio conservato a Siracusa, il “Seppellimento di Santa Lucia“, ed è retta da quattro aquile bicipiti, simbolo della città di Siracusa.

Santa Lucia
Foto di Giuseppe Brunetti Baldi

La cassa fu costruita per contenere il corpo di Santa Lucia. Infatti è secolare aspirazione dei Siracusani riavere indietro il corpo della loro illustre concittadina. Ciò da quando nel 1039 il generale bizantino Giorgio Maniace la trasfugò come dono all’Imperatrice Teodora. Successivamente da Costantinopoli, durante la crociata del 1204, venne portato dai Veneziani nella loro città. Qui tuttora si trova nella chiesa dei Santi Geremia e Lucia.

A partire dal 2004, in occasione del 170esimo anniversario della morte di Santa Lucia, è intercorso un accordo tra l’Arcidiocesi di Siracusa e il Patriarcato di Venezia per far ritornare a Siracusa una volta ogni 10 anni il corpo della martire siracusana durante la Festa del 13-20 Dicembre.

Tornando al simulacro, questo è di argento con alcuni dettagli in oro ed è portato a spalla da 48 portatori. Questi sono scelti per sorteggio annualmente da un elenco di numerosissimi cittadini siracusani che sono iscritti alla Deputazione della Cappella di Santa Lucia di Siracusa. Si tratta dell’ente che organizza la Festa e che ha in custodia il simulacro della Santa, ente istituito nel 1541 dal Vescovo Girolamo Beccadelli-Bologna. I portatori vengono chiamati “berretti verdi”, per via del caratteristico colore del copricapo che indossano durante la processione. Questo colore era quello delle vesti di Santa Lucia e che per traslato è diventato pure il colore della città di Siracusa.

Ma veniamo finalmente alla Festa vera e propria. I festeggiamenti iniziano con la cosiddetta Tredicina di Santa Lucia il 30 Novembre. Da quel giorno fino ai Vespri del 12 Dicembre a turno in ognuna delle tredici parrocchie storiche di Siracusa si recitano tredici differenti preghiere a Santa Lucia. Il 9 Dicembre si ha invece l’apertura della nicchia dove è custodito il simulacro all’interno della Cappella di Santa Lucia dentro la Cattedrale di Siracusa per essere esposto alla preghiera dei fedeli. Il 12 Dicembre a mezzogiorno la commovente traslazione del simulacro dalla Cappella di Santa Lucia all’altare maggiore della Cattedrale. Nel tardo pomeriggio si tiene la celebrazione dei Vespri durante la quale il Sindaco di Siracusa offre un grosso cero a Santa Lucia per riaffermare la sua protezione sulla città.

Eccoci al giorno di Santa Lucia, il 13 Dicembre, Siracusa si sveglia alle otto con lo sparo di tredici colpi di cannone che annunziano il giorno di festa. In mattinata si tiene la solenne messa pontificale in Cattedrale, alla quale l’Arcivescovo di Siracusa invita a prendere parte ogni anno un diverso alto prelato di caratura internazionale, un Cardinale solitamente, per pronunciare l’encomio alla Santa. Siamo quasi giunti all’ora in cui il pesante simulacro inizia la sua processione. Piazza Duomo incomincia a riempirsi. Essa brulica di siracusani in fermento che attendono l’uscita di Santa Lucia. È quasi l’ora e la grande piazza semi-ovale è ormai gremita all’inverosimile. La gente preme da ogni lato dalle vie laterali per mettersi quanto più vicina alla facciata della Cattedrale da cui uscirà il simulacro.

Alle 15.30 in punto le campane della Cattedrale incominciano a scampanare. La banda musicale di Siracusa inizia a suonare “Sotto l’Aquila Bicipite”, dal popolo chiamata comunemente ” ‘A musica ri Santa Lucia“. Si tratta in realtà dell’inno dell’esercito imperiale austro-ungarico, che da fine Ottocento è diventato pure l’inno di Siracusa per ricollegare il passato di capitale dell’Impero Bizantino che ebbe Siracusa nel VII secolo d.C, da cui trasse pure lo stemma cittadino, l’aquila bicipite.

Santa Lucia
Foto di Giuseppe Brunetti Baldi

Ecco che, tra il suono delle campane e quello della banda musicale, si sente pure il suono del maestro campanellaio, che detta i tempi di alzata del simulacro ai berretti verdi, la Santa sta per uscire e mostrarsi ai suoi concittadini in Piazza Duomo. Non appena il simulacro esce e si posa sul sagrato della Cattedrale parte un interminabile e affettuoso applauso. Si vedono le donne piangere di gioia. I padri che tengono sulle spalle i propri bambini dire loro di salutare con la mano Santa Lucia, la festa è ufficialmente iniziata. Prima che inizi la processione, l’Arcivescovo dai balconi del Palazzo Arcivescovile tiene un discorso a sfondo sociale e benedice la folla. Un altro applauso accoglie i portatori quando scendono il simulacro dalla scalinata della Cattedrale.

Inizia così la lunga processione che porterà, attraversando le principali vie cittadine, Santa Lucia in nottata alla Basilica Santuario di Santa Lucia al Sepolcro, nel quartiere Borgata Santa Lucia, edificata suoi luoghi in cui Santa Lucia subì il martirio e dove la seppellirono, un tempo in campagna, oramai in piena città.

Il simulacro verrà accompagnato dai sei “cìlii” per lato, degli alti ceri di colore verde addobbati con fiori, per indicare che la Santa proviene dalla città, e illuminati sulla sommità, che un tempo, quando non vi era illuminazione pubblica, servivano a fare luce nelle strade dove passava la processione, ma che ancora per tradizione vengono utilizzati. La Santa viene preceduta dai gonfaloni delle confraternite presenti a Siracusa, nonché da una fiume di diverse centinaia di metri di persone, moltissime donne, quasi tutte a piedi scalzi o con soltanto le calze ai piedi, vestite col tipico vestito verde bordato di rosso di Santa Lucia e che portano dei grossi ceri accesi avvolti da nastrini verdi. Davanti al simulacro di Santa Lucia le portatrici. Solo donne con un grosso foulard verde al collo, delle reliquie di Santa Lucia, due pezzi del suo braccio sinistro inseriti in due eleganti cassette argentee.

Santa Lucia
Foto di Giuseppe Brunetti Baldi

Il simulacro è portato a spalla dai quarantotto berretti verdi sopra citati, data l’enorme mole di peso da sostenere. Spetta a loro urlare a squarciagola il tipico grido di invocazione “Sarausana jè” con la risposta “viva Santa Lucia” (E’ siracusana, viva Santa Lucia). Questo è ripetuto quasi ossessivamente dall’inizio alla fine della lunghissima processione per indicare l’orgoglio dei Siracusani di avere dato i natali a una concittadina così famosa in ogni angolo del globo. Dietro il simulacro le autorità civili e religiose, in primis il Sindaco e l’Arcivescovo. Poi la grande banda musicale della città che rallegra la processione dall’inizio alla fine. Suona quasi ininterrottamente allegre e movimentate marce e valzer di derivazione austriaca per il motivo storico summenzionato.

Chiude la processione l’elegantissima e ricca carrozza del Senato di Siracusa. Una magnificente berlina di metà Settecento tutta dorata. Essa è trainata da cavalli bianchi e guidata da uomini vestiti con eleganti abiti di foggia settecentesca di colore verde e rosso. Molto suggestivi tre momenti della processione:

  • il primo quando intorno alle ore 16.30/17, all’ora del tramonto. Santa Lucia passa dal Passeggio Adorno sopra la Marina di Siracusa. Il cielo è pieno di richiami rossi e arancio. Le luci dorate del simulacro incominciano ad essere accese per la sera e si riflettono sul mantello argenteo della Santa. Un mix di colori tra cielo e terra molto commovente;
  • il secondo, quando la Santa esce dalla Porta Marina delle mure spagnole di Ortigia. Ferma in sosta sotto l’arco della porta quattrocentesca riceve il festoso saluto marinaresco dello schieramento degli ufficiali della Marina Militare. Sui moli dei porto parte il fischio prolungato di una grossa fregata militare per rendere omaggio a Santa Lucia;
  • il terzo, infine, durante la sosta effettuata al Ponte Umbertino, all’uscita di Ortigia, quasi come se la Santa non volesse andare via da casa sua. Quella Ortigia che le diede i natali nell’attuale Via Cavour, dove si trova la sua casa natale. Tutti i Siracusani si rattristano. Inizia un silenzioso pianto in preghiera, perché sanno che Lucia sta andando incontro ai luoghi del suo martirio, della sua morte nel quartiere Borgata Santa Lucia. Essi non vogliono perdere la loro sorella maggiore che li assiste e li aiuta in ogni occasione. Per ciò prolungano il più possibile la sosta sui ponti all’uscita di Ortigia.
Foto di Giuseppe Brunetti Baldi

Ma è ora di proseguire, il mastro campanellaio suona la campanella per dire ai berretti verdi di rialzarsi e rimettersi in spalla il simulacro. Finalmente, dopo una lunghissima processione, intorno alle ore 23/24 il simulacro giunge in Piazza Santa Lucia, davanti al bellissimo porticato barocco della Basilica Santuario di Santa Lucia al Sepolcro. Qui si racchiude l’antica chiesa medievale di stile normanno, accanto l’elegante tempietto ottagonale, il Sepolcro vero e proprio, anch’esso barocco. Qui si trova  il loculo della tomba in cui seppellirono Santa Lucia. Le campane della chiesa già da quando il simulacro aveva intrapreso le prime strade del quartiere Borgata Santa Lucia avevano incominciato a scampanare fortissime e ancora continuano.  Improvvisamente si vede in cielo un bagliore verde e rosso. Hanno inizio i ricchi fuochi d’artificio del 13 che festeggeranno per lunghissimi minuti l’arrivo di Santa Lucia al suo sepolcro.

Terminati, il simulacro dentro la chiesa della Santa al Sepolcro tra gli scroscianti applausi di una Piazza gremita come quando nel pomeriggio lo era Piazza Duomo all’uscita del simulacro dalla Cattedrale. Sarà celebrata una solenne messa in cui l’Arcivescovo ringrazierà tutta la cittadinanza, la Deputazione di Santa Lucia e i portatori soprattutto per l’oneroso impegno che hanno condotto. Santa Lucia rimarrà sull’altare maggiore della Basilica Santuario di Santa Lucia al Sepolcro per una settimana.  Sarà esposta alla venerazione e alle preghiere dei pellegrini provenienti da ogni parte della Provincia, della Sicilia ed anche del mondo intero, data la fama mondiale di Santa Lucia.

Cosa succederà al termine della settimana dell’Ottavario di Santa Lucia? Lo scoprirete fra una settimana, il 20 Dicembre, mi raccomando, vi aspetto per quel giorno. Al grido di “Sarausana jè” vi auguriamo buon 13 Dicembre!

Gaetano Brunetti Baldi

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