Architettura Siciliana, Tonnare

Tonnara del Secco a San Vito lo Capo (TP)

La Provincia di Trapani si è sempre contraddistinta nel Mediterraneo per la presenza di tonnare che nella storia risultarono essere le più floride ed importanti. La Tonnara di San Vito Lo Capo, in particolare, si trova ad ovest rispetto al golfo di Castellamare, prospiciente quel tratto di mare, denominato “del Secco” per via dei bassi fondali, a ridosso di monte Monaco, a pochi chilometri dall´ingresso nord della Riserva dello Zingaro.

Foto di Marina Girasole

Secondo varie documentazioni la tonnara risale al 1412, quando re Ferdinando concesse di pescare il tonno nel mare sanvitese. Nei pressi dell’edificio si trovano i resti di antichissime vasche cetariae che risalgono al IV secolo a. C., nelle quali in passato si lavorava il pesce e si realizzava il pregiato garum (salsa di pesce), molto apprezzato dai Romani. Le vasche erano realizzate in cocciopesto e “in elevato”, con una canaletta di scolo per lo scarico delle acque della lavorazione a mare.

Nella Tonnara del Secco, i tonni si davano appuntamento in primavera «essendo ignari dell’insidiosa arte colla quale dall’uomo in questo ingegnoso edificio vengono colti». Sono parole dello storico palermitano Francesco Maria Emanuele Gaetani, marchese di Villabianca (1720-1802), presenti nel suo saggio “Le tonnare della Sicilia”.

Nel 1872 fu acquistata dal Cav. Vito Foderà, già proprietario della Tonnara Magazzinazzi di Castellamare. Nello stesso anno iniziò la costruzione dello stabilimento per la lavorazione dei tonni e il complesso venne ingrandito, consentendo anche l’incremento della produzione. La tonnara si configura come un complesso formato da un corpo principale a baglio e di bassi edifici in pietra che si estendono in lunghezza in prossimità della spiaggia. Essi erano adibiti a magazzini per la conservazione delle reti, delle barche e ad alloggi delle ciurme, oltre che a stabilimento per la lavorazione del tonno. Palazzi padronali, da cui si affacciavano i signorotti per assistere allo spettacolo della “ciurma” che faceva mattanza, fanno da cornice all´antica tonnara.

Foto di Francesco Anselmo

Davanti a questi si erge la ciminiera, oggi smozzicata, che un tempo chiamava a raccolta la “gente d´aiuto” per il calo delle reti e la mattanza. Dopo la morte di Foderà la tonnara visse un periodo di declino, passando in mano ad alcuni affittuari e venne definitivamente acquistata dai fratelli Plaja nel 1929. Essi furono costretti a chiudere nel 1965 in seguito ad un calo nella produzione e vendettero la proprietà all’azienda turistica Valtur.

Oggi la tonnara, bene vincolato per la sua notevole valenza, è abbandonata, non visitabile e pericolante. In seguito al fallimento della Valtur, la tonnara è ora in vendita e in attesa di una nuova destinazione d’uso. La cittadinanza di San Vito Lo Capo e non solo, dal momento che il bene è noto a livello nazionale per essere stato set di serie tv come il Commissario Montalbano e Cefalonia, è molto affezionata a questo pezzo di storia locale e vorrebbe vederla recuperata e valorizzata, destinandola ad attività culturali.

Non trovate anche voi che questa caratteristica struttura debba essere al piu´ presto valorizzata e riconvertita?

 

Aldo Pilato

One comment on “Tonnara del Secco a San Vito lo Capo (TP)

[…] di un monaco in ginocchio e con le mani giunte in preghiera ben visibile anche dall’antica tonnara di San Vito Lo Capo. Sulla parte pianeggiante del monte vi erano le abitazioni degli operai che […]

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