Monastero dei Benedettini, Catania
Luglio 13, 2024
Il Monastero dei Benedettini nacque grazie ai monaci provenienti dall’omonimo monastero situato nei pressi di Nicolosi. A metà del XVI secolo i monaci chiesero al senato cittadino l’autorizzazione ad edificare entro le mura, poiché minacciati dalle eruzioni dell’Etna e dalla presenza nel territorio di briganti.
Nel 1669, una devastante eruzione dell’Etna portò la colata alle mura della città di Catania, colpendo e lesionando le mura del cenobio. Successivamente un’altra colata di lava, staccandosi dalla principale, distrusse la chiesa di San Nicolò. La ricostruzione richiese moltissimi anni data la vastità del monastero.Così i benedettini diedero vita ad un’imponente opera di ristrutturazione ed aggiunsero fra l’altro la monumentale fontana marmorea nel chiostro. Contemporaneamente si avviò la ricostruzione della chiesa di San Nicolò, iniziata nel 1687 su progetto dell’architetto romano Giovan Battista Contini.
Inizialmente i monaci superstiti cercarono di trasferire il cenobio nella vicina località di Monte Vergine, dove cominciarono a costruire il nuovo monastero. Successivamente i monaci, costretti dal senato cittadino, ritornarono a La Cipriana nel 1702 e cominciarono la ricostruzione sulle strutture superstiti. Affidarono il progetto al messinese Antonino Amato. Questo ideò un impianto ancor più monumentale del precedente, in accordo con le idee di ricchezza e grandiosità dei monaci stessi. L’impianto cinquecentesco originale fu ampliato ad oriente con la costruzione di un secondo chiostro vicino a quello più antico, mentre altri due chiostri avrebbero dovuto chiudere simmetricamente il complesso a nord sull’altro fianco della chiesa.
Nei successivi venti anni completarono gli intagli in pietra dei prospetti principali, portando la conclusione dei lavori nel XVIII secolo. Prima con il chiostro dei marmi, o “di ponente”, – dove tornarono le colonne seicentesche e la fontana – poi con l’ampliamento a nord ad opera degli architetti Francesco Battaglia e Giovanni Battista Vaccarini. Al primo si deve l’avvio del prolungamento settentrionale verso l’alto banco lavico dell’eruzione del 1669. Al secondo è attribuita la rottura della originaria simmetria progettuale. Le sale comuni e di rappresentanza del monastero occuparono infatti l’area del terzo chiostro, segno di abbandono del progetto originale.
L’opera del Vaccarini fu completata dopo il 1747 da Giovanni Battaglia, insieme al completamente di altre opere all’interno del complesso. Danneggiato dai bombardamenti durante la Seconda guerra mondiale, l’intera struttura, fatta eccezione per la chiesa di San Nicolò restituita ai Benedettini, divenne di proprietà dell’Università degli Studi di Catania. Quest’ultima avviò subito un vasto progetto di recupero e restauro condotto dal professore e architetto Giancarlo De Carlo. Tale progetto ha reso possibile l’adeguamento dell’antico complesso monastico. Oggi quelle sale che ospitavano i monaci sono sede delle Facoltà di Lettere e Filosofia e Lingue e Letterature Straniere, oggi accorpate nel Dipartimento di Scienze Umanistiche (DISUM), del predetto Ateneo.
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