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Il Castello degli Schiavi, Fiumefreddo - Rubrica Sicilia

Castelli Siciliani

Il Castello degli Schiavi, Fiumefreddo


Il Castello degli Schiavi è un vero e proprio gioiello del barocco rurale della Sicilia del ‘700. Si trova sull’antica Via Mulinelli ( oggi via Marina), che collega Fiumefreddo di Sicilia a Marina di Cottone. Il nome del Castello deriva dalla storpiatura di “Casteddu di Scavi”, che stava ad indicare l’esistenza  di uno scavo, ovvero una cava di pietra lavica.

Castello Degli Schiavi
Foto Tripadvisor di GLosapio

In questo luogo alberga però un’altra leggenda. Si narra che, circa due secoli fa, un medico palermitano, Gaetano Palmieri, salvò da una gravissima malattia il figlio del Principe di Palagonia, il Gravina-Crujllas, e che questi, grato, gli donò un appezzamento del suo feudo situato vicino a Fiumefreddo. Il Medico volle costruirvi una villa per abitarla per lunghi periodi dell’anno. Quel luogo era molto gradito alla moglie Rosalia, che amoreggiava, però, con  Nello Corvaja di Taormina.

Un giorno sbarcarono dei pirati turchi, i quali devastarono il  territorio fino a giungere al castello, dove rapirono i due proprietari. I pirati mentre stavano per arrivare in spiaggia per fuggire furono raggiunti da alcuni giovani armati, con a capo il Corvaja, che li notò dall’alto di Taormina. I pirati furono così uccisi o messi in fuga ed i Palmieri liberati. Per ringraziare Dio, fu eretta una chiesetta, accanto al castello, dedicata alla Madonna della Sacra Lettera, e fu costruita la loggia nella quale vennero poste le due statue di turchi, con uno sguardo ansioso verso il mare, espressivo di un desiderio di  essere liberati dai loro compagni, ed è proprio grazie a queste due statue che il Castello è stato soprannominato “degli Schiavi”.

Castello Degli Schiavi
Foto Instagram di Diego Schilirò (diegoschiliro)

Il castello appartiene oggi alla Famiglia Platania, baroni di Santa Lucia. All’ingresso del castello vi è un maestoso portale con un arco di pietra lavica raffigurante un saraceno dal viso arrabbiato, sormontato da una conchiglia tipica del migliore barocco catanese di quel periodo storico. L’arco, situato nella parte centrale, poggia su due false mensole. Tutto il portale alterna rettangoli appiattiti con rettangoli aventi una piramide, atipica al vertice, in rialzo.

Una volta dentro, si trova la loggia, alta 3 metri e larga 4,5 metri, dalle cui aperture sono collocate le caratteristiche statue dei due mori . Queste aperture, anticamente venivano usate dal padrone delle terre per controllare i lavori nei campi.

Castello Degli Schiavi
Foto Tripadvisor di Giada

Gli interni della villa sono formati da un piano inferiore collegato con lo scantinato. Un luogo fresco adatto a mantenere in ottima conservazione cibi e vini. Qui vi è una botola, dalla quale si  da accesso ad un passaggio sotterraneo che portava alla Torre Rossa di Fiumefreddo. Nel 1998, Franco Battiato scelse questi luoghi affascinanti per la produzione del video musicale Schock in My Town.

Al piano superiore ci sono otto stanze. Tutte adornate da quadri di antichi signori, lo stemma dei Gravina in toson d’oro di Spagna, la bandiera con lo stemma dei Savoia, libri di pregio, mobili pregiati.

Castello Degli Schiavi
Foto Tripadvisor di Sergio Destino

Il castello ha un ampio cortile dove è presente un pozzo e la chiesetta, edificata nel 1544 da Ferdinando Gravina-Crujllas, anticamente dedita al culto di San Giovanni. Successivamente nel 1840 (circa), la chiesetta fu dedicata al culto della Madonna della Lettera.

Il Castello degli Schiavi è famoso in tutto il mondo perché scenografia naturale di importanti set cinematografici. Nel 1968 Pier Paolo Pasolini vi girò alcune parti del film L’orgia. Il Castello raggiunse la fama mondiale grazie a Francis Ford Coppola, che lo scelse per le scene principali de Il Padrino, sia parte I (1972) che parte II (1974), come l’indimenticabile esplosione della macchina dopo il matrimonio.

Oggi la villa  è utilizzata come location esclusiva per eventi e matrimoni. Visitabile nelle giornate FAI e non solo. Cosa aspetti?

Barbaro Andrea Galizia

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