Marco Spinelli, l’Aquaman siciliano
Gennaio 19, 2021
Come un supereroe, Marco Spinelli ci racconta attraverso poetiche riflessione due documentari di particolare spessore. Uno su una particolare specie di squali che da milioni di anni abitano il mare e che, oggi, rischiano l’estinzione a causa dell’uomo e l’altro sull’inquinamento del mare.
<<Ciò che rende profondo il mare non è la nostra necessità di scoprirlo ma le milioni di specie che lo abitano. Come l’anima abita il corpo, la sua capacità di contenere senza essere contenuto. E la nostra avarizia non può e non deve opporsi.>> Marco Spinelli.
Il documentario “Gli Squali di Lampione” mostra la storia degli squali grigi: una specie diffusa in acque costiere e continentali in zone tropicali e temperate, attualmente minacciata a livello globale dalla IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura), e “in pericolo di estinzione” nel Mar Mediterraneo.
Questa particolare specie “popola”, dagli anni ’60 e con precisione da luglio a novembre le acque intorno all’isola di Lampione, piccolo paradiso terrestre disabitato che si trova a circa 9 miglia dall’Isola di Lampedusa.
Il fotografo Roberto Merlo fu il primo, nel 1964 a documentare nel mensile ‘Mondo Sommerso’, la presenza degli squali sull’isola deserta. Da quel momento molti lo seguirono e la presenza di questi squali, consente di testimoniare una ricca vita nelle profondità del mare. Ciò ha consentito ad una crescente quantità di subacquei curiosi, pronti a danzare con gli squali in una gita diversa dal solito. Marco ha accettato questo ballo ed ogni volta che nuota con loro se lo tatua.
<<Sono un siciliano che sente il richiamo del mare e periodicamente ha bisogno del contatto con l’acqua. L’amore per il mare nasce grazie alla passione che la mia famiglia mi ha trasmesso dai primi mesi di vita. Ho imparato a nuotare con mio padre e mio fratello. ho sentito la necessità di esplorare quel mondo nascosto e raccontarlo.>> Marco Spinelli.
Dal documentario si apprende come lo squalo negli anni è stato attribuito ad un concetto costruito su prototipo sbagliato e su leggende ed ogni anno, a causa della pratica dello “Shark finning” – pratica che consiste nel taglio della pinna dorsale per scopi alimentari – muoiono circa 75 milioni di squali.
Il documentario è il completamento di un progetto più ampio condotto da un gruppo di ricerca in Ecologia e Conservazione dell’Ambiente Marino dell’Università di Palermo, che ha ottenuto un finanziamento per un progetto di ricerca dalla French Facility for Global Environment e dalla Fondazione Principe Alberto II di Monaco. Quest’ultimo ha lo scopo di monitorare la presenza degli squali grigi “Carcharhinus plumbeus” intorno all’isola di Lampione appartenente alla Aree Marine Protette delle Isole Pelagie (Canale di Sicilia, Italia meridionale) e fornire una valutazione preliminare dei potenziali effetti delle attività di immersione e della nautica da diporto sulla presenza degli squali. Marco Spinelli ha realizzato un suo sogno, affiancando e documentando questa ricerca.
Marco ha cercato di sensibilizzare le persone al rispetto degli squali e alla loro conservazione. Con le testimonianze di pescatori ed uomini del mare ha cercato di tutelare gli esemplari che giungono nell’isola di Lampione dalla pesca e dal turismo, permettendo a tutti di aprire gli occhi sulla grave realtà che minaccia gli squali grigi.
Questi animali da più di 450 milioni di anni sono stati i custodi del nostro mare e sono sopravvissuti a 5 estinzioni di massa. Oggi sono fortemente messi in pericolo dall’unico predatore che minaccia la loro esistenza: l’uomo.
Marco ha utilizzato i suoi superpoteri anche in un altro progetto: “Le Reti Fantasma”. Quest’ultimo nasce dalla necessità di raccontare uno dei più grandi problemi legato all’inquinamento dei mari, attraverso la voce del Re del Mare, Nettuno, che con forti toni poetici rimprovera l’umanità. Un grido al mondo per liberare il Re del Mare. Ogni anno, negli oceani, vengono abbandonate 640mila tonnellate di reti da pesca, secondo i rapporti annuali del programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP) e i dati sono in aumento.