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Il Crocifisso dell’Olmo, Mazzarino - Rubrica Sicilia

Feste Religiose

Il Crocifisso dell’Olmo, Mazzarino

“Cui voli fari festa nobili e filici, Viva li tri Maju e la santa Cruci!”

La Santa Croce di Cristo è venerata dalla chiesa sostanzialmente due volte l’anno, il Venerdì Santo e il 14 Settembre, giorno dell’Esaltazione della Croce. Era anche antico uso solennizzare la Santa Croce il 3 maggio, giorno dell’Inventio Crucis, cioè il ritrovamento della croce di Cristo avvenuta a Gerusalemme nel 326 d.C. Con la riforma liturgica del Concilio Vaticano II la festività di maggio è stata rimossa, ma le processioni e le feste popolari con il Crocifisso, che si svolgevano in tanti paesi della Sicilia, sono rimaste come ad Enna e il suo “Signuruzzu du Lacu”, Siculiana, Monreale e Mazzarino. É proprio in questo piccolo centro del nisseno che prende vita una delle manifestazioni folkloriche e devozionali più famose e caratteristiche dell’entroterra siculo, la festa del Santissimo Crocifisso dell’Olmo, o “Signuri di Maiu”, compatrono della città insieme alla Madonna delle Grazie, o del Mazzaro.

La festa si svolge, ogni anno, la seconda domenica di Maggio.

confraternita
Foto della ProLoco di Mazzarino

La storia del Santissimo Crocifisso dell’Olmo getta le sue basi nella leggenda: il suo nome si deve ad un fatto singolare avvenuto nella cittadina: una banda di ladri, proveniente dalla vicina Piazza Armerina, penetrò nella chiesa per impadronirsi del Crocifisso; si dice che uno di essi, possedendo un bastone, o verga d’olmo, l’abbia fissata davanti alla porta della chiesa; questa verga germogliò miracolosamente mentre essi perpetravano il furto, divenendo un albero. I ladri, uscendo dalla chiesa e credendo di trovarsi in un altro luogo lasciarono la refurtiva, per paura di essere scoperti, e andarono via. Col tempo l’albero crebbe di più e vegetò fino al 1880 quando il rettore della Chiesa lo fece abbattere.

La Chiesa del SS. Crocifisso dell’Olmo, risalente al V secolo, venne restaurata dai normanni tra il X e XII secolo ed in seguito dedicata alla Madonna dell’Itria. Distrutta dal terremoto del 1693 e poi ricostruita ad opera del nobile messinese Filippo Bivona. Per sciogliere un voto fatto dal popolo e in ringraziamento per la salvaguardia della popolazione mazzarinese dal terremoto nacque la festa. Il Santissimo Crocifisso, che contiene una reliquia della Santa Croce, è portato in processione dai componenti della Confraternita della Bara, scalzi e con indosso soltanto un camice bianco.

signore dell'olmo
Foto della ProLoco di Mazzarino

Sotto la “vara” trovano posto precisamente 108 persone, ciascuno dei quali si colloca sotto i quattro assi di legno, dal peso totale di 14 quintali. Il posto sotto la vara si tramanda da padre in figlio. Il mese di Maggio è tutto dedicato alla venerazione del Crocifisso: la festa è preceduta da un triduo solenne.  Dopo le celebrazioni eucaristiche, si svolge la processione.

L’elemento caratteristico della processione è l’”annacata”: di tanto in tanto i portatori fanno dondolare il fercolo dando la sensazione, a chi segue, che esso stia per cadere. Ciò  suscita grande pathos nella folla di cittadini, turisti e fedeli che accorrono anche dai paesi vicini. L’elemento che più di tutti rende pittoresca la cerimonia è l’ornamento della vara. Al suo passaggio i fedeli, principalmente i bambini dai balconi delle strade lanciano collane di margherite gialle, “sciuri di maiu”. Il crisantemo o le margherite gialli, conosciuti anche come “fiori d’oro” annunziano la primavera, e ricordano l’antico uso di ornare le croci il 3 Maggio.

 

Scriveva a tal proposito Giuseppe Pitrè: Le Croci in questo giorno sono ornate di corone e “giurlanni” (ghirlande); e la sera vi si fa il viaggio da devoti cantando dinnanzi a qualche Croce circondata di lumi le litanie.”

Conosci qualche altro aneddoto su questa festa? Contribuisci anche tu ad arricchire il nostro viaggio sulla bella festa del Crocifisso di Mazzarino!

 

Francesco Luca Ballarò

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