La Sicilia Araba
Ottobre 9, 2021
Gli Arabi operarono incursioni in Sicilia a partire dal 625, ma conquistarono completamente l’isola nel 965 con la caduta dell’ultima fortezza bizantina, Rametta.
Costituitasi in emirato indipendente sotto la dinastia dei Kalbiti, l’isola conobbe per circa un secolo un periodo di floridezza e benessere, per la Sicilia questo fu infatti uno dei secoli più felici della sua storia.
Palermo in particolare, divisa in 5 quartieri, era ricca di splendidi edifici sacri e profani e centro di attività commerciali e artigianali. La ricchezza di sorgenti e di acque correnti, oltre ad assicurare il rifornimento idrico della città, consentì anche lo sviluppo nelle zone circostanti di quella che può essere considerata l’agricoltura più avanzata del tempo. Il livello assai alto dell’agricoltura siciliana fu raggiunto, non solo nelle aree suburbane, ma nel complesso dell’isola.
Crebbe pertanto fortemente la produzione di grano, frutta, ortaggi, cotone e canapa, prodotti tipici dell’agricoltura siciliana, che alimentarono una forte esportazione sia verso l’Africa sia verso il mondo cristiano. Furono introdotte anche nuove colture come agrumi, gelsi, palme da dattero e papiro, che consentirono a loro volta lo sviluppo di industrie di varia natura, promosse e gestite direttamente dallo stato. La Sicilia produceva ed esportava in grandi quantità anche stoffe pregiate, tra cui il lino e la seta, nonché i prodotti dell’industria mineraria, alimentata dai giacimenti di oro, argento, ferro, piombo, mercurio, zolfo, antimonio, allume, presenti soprattutto nella zona dell’Etna.
L’isola non era fiorente solo di traffici e attività produttive, ma anche di studi, sia quelli tradizionali di diritto e interpretazione del Corano, sia quelli di filologia e storiografia. Particolare rilievo ebbe poi la poesia, tanto che molti vedono oggi la poesia araba come causa della successiva fioritura della magnifica Scuola Poetica di Federico II.
Che dire? Quanto era felice la nostra Sicilia araba?