Madonna della Lettera, Messina
Giugno 24, 2022

La città di Messina vive due momenti di profonda devozione mariana durante l’anno: il 3 Giugno, festa patronale, e il 15 Agosto quando la maestosa vara dell’Assunta attraversa le vie del centro storico.
La Patrona della città dello stretto è dunque la Vergine Maria, venerata sotto il titolo “della Lettera”, a ricordare la tradizione secondo cui San Paolo, giunto a Messina per predicare il Vangelo abbia convertito la gente al Cristianesimo. Alcuni cittadini chiesero di accompagnarlo, nel suo ritorno in Palestina, per poter conoscere la Madonna di persona. Si
recarono in Palestina con una missiva, nella quale i molti concittadini convertiti alla fede di Cristo professavano la loro fede e chiedevano la protezione di Maria. Ella li accolse e, in risposta alla missiva, inviò indietro una sua lettera, scritta in ebraico, arrotolata e legata con una ciocca dei suoi capelli.

I Messinesi tornarono in città l’8 settembre del 42 recando l’importante missiva. Il culto della Madonna della Lettera, comunque, si affermò nel 1716, anno in cui il monaco Gregorio Arena portò a Messina una traduzione dall’arabo della lettera di Maria. Da allora la città di Messina celebra la festa il 3 Giugno, con una affollata processione del fercolo argenteo della Madonna. La lettera pare sia andata perduta, custodita dalla chiesa Messinese, poi scomparsa, ritrovata e poi ancora andata perduta nei secoli.
Si narra che la lettera sia stata comunque subito nascosta e messa in sicurezza dai messinesi, per proteggerla dalle persecuzioni che in quegli anni dovettero subire i cristiani. Successivamente, però, andò distrutta per cause incerte (probabilmente in un incendio o in uno dei tanti terremoti che hanno colpito la città). La ciocca di capelli è invece custodita all’interno di uno scrigno d’argento cesellato che viene portato in processione.
La festa è preceduta da un solenne novenario in cattedrale e dalla traslazione dell’urna argentea, il 2 giugno, al grido “Ode la lettera Madre Regina – Salva Messina, Salva Messina”. Uno dei momenti più sentiti e particolari del 3 giugno, giorno della festa, è quando viene esposta la Manta d’oro massiccio che ricopre il quadro della Madonna della Lettera sull’altare maggiore. Capolavoro di oreficeria del ‘600 e opera più importante e preziosa del Tesoro della Cattedrale di Messina, dell’orefice toscano Innocenzo Mangani. La Manta d’oro è costituita da due lamine d’oro massiccio con pietre preziose donate nei secoli da nobili e personalità facoltose della città. I restanti giorni dell’anno, il quadro di stile bizantino è ricoperto da una Manta d’argento.
Nel pomeriggio, dopo il solenne pontificale della mattina, prende vita la processione che si snoda per il centro storico della città a partire dal Duomo. Una piccola vara processionale in argento cesellato del 1626. Riccamente addobbata con fiori, è portata a spalla; su di essa è posta anche una piccola statua in argento raffigurante la Madonna con una mano alzata in segno di benedizione e nell’altra la sacra lettera. Il prezioso reliquiario è anch’esso una rara fattura. Uno dei pochissimi esempi in Sicilia di lampada in rocca di cristallo, di forma piramidale con una base in argento.
La processione si sviluppa ordinatamente preceduta da tutte le confraternite della diocesi di Messina, ciascuna nei propri abiti tradizionali. I fedeli, seguono la vara con il reliquiario. La frase “Vos et ipsam Civitatem benedicimus” (“Benediciamo voi e la vostra Città”) , contenuta nel testo della lettera, è oggi scritta a caratteri cubitali alla base della stele della Madonnina sul braccio estremo del porto, simbolo della città siciliana dello Stretto, un biglietto d’accoglienza per chi arriva dal mare.
Il monumento, ideato dall’ingegnere Francesco Barbaro e modellato dallo scultore Tore Edmondo Calabrò, fu inaugurato il 12 agosto 1934 ed illuminato con un particolare meccanismo: attraverso un impianto radio ad onde ultracorte, messo a punto dallo stesso Guglielmo Marconi, benedetto ed illuminato da Papa Pio XI° in collegamento da Castel Gandolfo.

Per diverse cause storiche anche la città di Palmi, in Calabria, festeggia la Madonna della Lettera, a cui i messinesi donarono qualche ciocca dei capelli dopo un periodo di grandi pestilenze. E’ interessante notare come in entrambe le città il pomeriggio di Ferragosto si svolga la processione della grande Vara dell’Assunta, con qualche leggera divergenza: a Palmi i figuranti sono in carne ed ossa, a Messina in Cartapesta.
Il culto di Maria è comunque un legame che unisce città anche ad altri centri siciliani, come la città di Enna. Proprio quest’anno, in occasione della Festa Patronale di entrambi i centri, si svolge un gemellaggio tra la confraternita di Maria SS. Della Visitazione, patrona del capoluogo ennese, e le confraternite Messinesi.
Il motivo consiste in un’altra leggenda mariana che lega le due città che pare, grazie a diversi studi a riguardo, abbia fondamenti storici. L’arrivo del prodigioso simulacro della Patrona di Enna, acquistato a Venezia nel 1412, dopo un naufragio, approdato miracolosamente nelle coste messinesi, custodito nel porto della città, venerato dalla gente a seguito di molti miracoli e successivamente restituito agli ennesi, che lo accolsero in città il 29 Giugno dello stesso anno. Leggende, segni, pie pratiche a ricordo del grande amore dei messinesi, e non solo, verso la Madre Celeste.
Qui il testo della lettera:
«Umilissima serva di Dio,
Madre di Gesù crocifisso,
della tribù di Giuda,
della stirpe di Davide,
salute a tutti i messinesi
e Benedizione di Dio Padre Onnipotente.
Ci consta per pubblico strumento che voi tutti con fede grande
avete a noi spedito Legati e Ambasciatori,
confessando che il Nostro Figlio,
generato da Dio sia Dio e uomo
e che dopo la sua resurrezione salì al cielo:
avendo voi conosciuta la via della verità
per mezzo della predicazione di Paolo apostolo eletto
per la qual cosa benediciamo voi e la vostra città
della quale noi vogliamo essere perpetua protettrice.
Da Gerusalemme 3 giugno anno 42 di Nostro Figlio. Indizione 1 luna XXVII»
Conoscevi la storia della lettera di Maria per i Messinesi?
