Feste Religiose

Maria SS. Del Soccorso, Sciacca

In tempo di pandemia risultano particolarmente significativi i riti religiosi e devozionali di molti centri della Sicilia che omaggiano i propri santi patroni ricordando il loro patrocinio in situazioni di pestilenze, epidemie e calamità. Uno di questi centri è proprio la ridente città di Sciacca, nell’agrigentino e famosa per i suoi centri termali, che il 2 febbraio di ogni anno inneggia a Maria SS. Del Soccorso sua celeste patrona.

Narra la leggenda, tramandata di generazione in generazione, che proprio durante il picco di pestilenza che colpì la Sicilia tra il 1624 e il 1626 la città di Sciacca fu colpita da numerosi contagi e vittime. Il 2 Febbraio del 1625, festa della “Cannilora”, ovvero della presentazione di Gesù al Tempio e della Purificazione di Maria SS.ma, il senato civico, il popolo e le autorità civili, militari ed ecclesiastiche della città si riunirono in chiesa madre per esprimere il proprio voto alla Madonna, a cui promisero il patronato della città sotto il titolo “del soccorso” e una sontuosa e sfarzosa festa qualora il voto di liberazione della città venisse esaudito.

La sacra immagine fu prelevata dal suo altare nella chiesa di S. Barnaba e, posta su un fercolo, fu portata in processione per le vie della città. Raccontano i documenti storici che all’altezza dell’attuale piazza del mercato un turbine d’aria richiamò gli sguardi verso la statua; una densa colonna vaporosa si levò vicino a essa e si spanse nell’aria. La peste cessò miracolosamente e liberò la città: la Madonna aveva soccorso il popolo che l’aveva invocata. Da quel giorno nacque la festa della Madonna del Soccorso di Sciacca.

La Madonna viene festeggiata due volte l’anno: i primi due giorni di Febbraio e il 15 Agosto di ogni anno. Il primo Febbraio si celebra il giorno del voto, giorno cioè in cui i cittadini ricordano la promessa. La giornata è preceduta da ottavario di preparazione: il voto è la caratteristica funzione religiosa che ricorda la promessa fatta alla Madonna nel 1625, davanti al Santissimo Sacramento portato solennemente in processione.

Il voto pubblico è anticipato e seguito da centinaia di persone che a piedi scalzi durante l’arco della giornata si recano in chiesa per omaggiare la Vergine e sciogliere il proprio voto personale, la propria richiesta, il proprio ringraziamento. Il 2 Febbraio la festa della Madonna è salutata dallo scampanio a festa e dalle numerose funzioni solenni. Nel pomeriggio più di 100 giovani pescatori, a piedi nudi e con maglietta blu mare, corrono a disputarsi un posto sotto le robuste travi, lunghe più di 10 metri, che sostengono la grande e pesante ‘Vara’.

La processione della Vara richiama fedelmente la vocazione marittima di Sciacca e della sua gente di Mare: non a caso alcuni ruoli sotto la “vara” prendono proprio il nome di “Capibarca” e “timonieri”, oltre al fatto che il fercolo viene anche definito “Vara” presumibilmente da “Varca” cioè Barca.

La processione prende il via alle 17 in punto quando il presidente dei portatori con un ampio gesto delle braccia invita i portatori ad iniziare la faticosa processione al grido:

‘E ghittamu na vuci: viva, viva Maria!’

La Vara della Madonna con il pesante simulacro (si dice che nel complesso arrivi a 24 quintali circa) attira su di sé lo sguardo e le acclamazioni della gente che partecipa a frotta a vedere per le strade il trionfo della Madonna e l’immane fatica e fede dei portatori dalla grande prestanza fisica. E’ dal 1849 che la Madonna del Soccorso viene portata in processione anche il 15 agosto, oltre al 2 febbraio, processione a suo tempo istituita per i saccensi costretti ad emigrare all’estero e che a Sciacca tornavano e tornano in estate.

La Madonna e il Bambino sono impreziositi da corone, due preziosi manufatti donati dai cittadini nel 1751 e nel 1907, dalla cintura che regge le chiavi della città, oltre che dal tesoro della Madonna fatto di tanti ori ex-voto e coralli. Alla sosta della Vara nel luogo dove secondo la tradizione fu vista la fumata viene fatta bruciare una grande quantità di incenso, la cosiddetta “Fumata”, a ricordo della liberazione dal contagio. Particolare e caratteristico il movimento della pesante vara tra la folla che sembra rievocare proprio quello di una barca che ondeggia tra i flutti.

Sembra paradossale che un evento legato alla liberazione del contagio non possa ripetersi a causa di una pandemia, ma la devozione non si ferma e dà vita a celebrazioni più semplici ma sempre ricche del profondo amore dei seccensi per la loro Santa Patrona. Buona festa a tutti i seccensi e devoti da Bedda Matri do Soccorsu.

 

Francesco Luca Ballarò

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *