Mariella Marino
Marzo 23, 2025

Troina, 20 luglio 2023. Una data incisa come un lutto nel cuore di questa piccola cittadina dell’ennese. La vita di Mariella Marino, 56 anni, è stata spezzata in una mattinata qualunque, strappata brutalmente all’affetto dei suoi cari.
Stava uscendo da un supermercato, in via Sollima, quando si è ritrovata di fronte al suo passato, al suo incubo: Maurizio Impellizzeri, 59 anni, l’ex compagno. Un uomo che la pedinava, aspettando il momento propizio per mettere in atto il suo piano di morte.

La fuga disperata verso una porta amica, verso un rifugio che non si è concretizzato. Impellizzeri la incalza, la raggiunge sulla soglia di casa di una conoscente. Poi, l’inferno: colpi di pistola che squarciano il silenzio della strada, proiettili che raggiungono Mariella all’addome. La donna si accascia fino a spegnersi del tutto.
Impellizzeri torna a casa. Lì, i Carabinieri lo trovano, lo arrestano. Consegna loro l’arma del delitto, ma si trincerà dietro un muro di silenzio, avvalendosi della facoltà di non rispondere. Un arresto in “quasi flagranza”, la parola fredda della legge che non può restituire Mariella ai suoi affetti.
Un anno prima, la separazione, la fine di un amore che si era trasformato in un’ossessione. Mariella si era trasferita dalla madre, fuggendo da quella casa che era diventata una prigione. I figli, il suo bene più prezioso, l’avevano incoraggiata a voltare pagina, a liberarsi da un uomo che non accettava la fine della loro storia.
Ma la libertà ha avuto un prezzo altissimo. Mariella aveva denunciato Impellizzeri per stalking, un incubo che si ripeteva giorno dopo giorno. Un patteggiamento, una condanna a 8 mesi con sospensione della pena e l’obbligo di seguire un percorso di riabilitazione. Un provvedimento che non ha sortito alcun effetto, perché l’uomo è tornato a perseguitarla, spingendola a denunciarlo ancora, pochi giorni prima dell’omicidio.

Davanti al giudice per le indagini preliminari, Impellizzeri ha continuato a trincerarsi dietro il silenzio, nonostante un arresto convalidato e la custodia cautelare in carcere confermata.
Nell’estate del 2024, il rinvio a giudizio per omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, dall’aver commesso il fatto ai danni della coniuge legalmente separata e nei confronti di una persona offesa del reato di stalking. La richiesta della difesa di un rito abbreviato e di una perizia psichiatrica è stata respinta, lasciando intravedere un processo che si preannuncia lungo e doloroso.
La storia di Mariella Marino è la storia di tante donne, vittime di una violenza che non conosce confini. Una storia che ci ricorda l’importanza di non abbassare la guardia, di sostenere le donne che denunciano, di contrastare ogni forma di violenza e di promuovere una cultura del rispetto e della parità. Una storia che purtroppo che mette in evidenza come ancora nel 2025 ci siano tante falle di sistema in grado di non impedire questo male sociale. Ciao Mariella, Riposa in Pace.
