A Spasso tra...

Riserva Naturale Orientata Monte San Calogero, Sciacca

Pronto? oggi ti porto nella riserva naturale orientata Monte San Calogero, a Sciacca in provincia di Agrigento. La Riserva si sviluppa attorno all’omonimo monte, detto Monte Kronio, perchè secondo la leggenda si racconta che questo era il luogo della dimora del Dio Crono, padre di Giove.

La riserva ha un’estensione di 50 ettari, ed è  individuata come una riserva naturale integrata, al fine di proteggere il complesso ipogeo costituito da 5 grotte principali: stufe di San Calogero, grotta del Lebbroso, grotta di Mastro, grotta Gallo e grotta Cucchiara contenente un labirinto aspirante.

Monte San Calogero
Foto instagram di Davide Palmeri (davidinotto)

All’interno vi è un complicato sistema di grotte comunicanti, interessato da fenomeni termali riconducibili a fenomeni vulcanici secondari con vapori saturi di sali sulfurei, con temperatura intorno ai 40 gradi, e variazioni nelle diverse stagioni e ore del giorno. In certi momenti la temperatura diventa così elevata da impedire l’esplorazione completa del sito.

Secondo la storia le grotte furono scavate da Dedalo nel periodo in cui il territorio era occupato dai Sicani. Questo sito era tradizionalmente utilizzato per la cura di affezioni quali artrite, reumatismi, gotta e sciatica. All’interno erano stati realizzati sedili e banconi e praticati fori nelle pareti nei quali dovevano essere inseriti gli arti sofferenti. Per comprenderne le potenziali proprietà curative, ci fu un’indagine commissionata nel 1880 dal consiglio comunale di Sciacca al professor Silvestro Zinno. Il comune si propose di realizzarne uno stabilimento termale.

Se ami la speleologia troverai spunti di osservazione estremamente interessanti. Il patrimonio idrominerale di Monte Kronio, non del tutto sfruttato, è tra i più ricchi e completi al mondo.
Tra le diverse tipologie di acque presenti, dalle sulfuree alle salsobromoiodiche, dalle mediominerali alle bicarbonato-alcaline, vi è quella chiamata Acqua Santa, di natura bicarbonato-alcalina. Si tratta di un’acqua  scomparsa nel 1968 in seguito al terremoto della Valle del Belice. Ora si pensa sia possibile reperirla nuovamente.

Il monte San Calogero, di natura calcarea, è colonizzato da una vegetazione fondamentalmente rupestre, mentre sulla sommità nei pressi del Santuario vi è una pineta. Mentre la fauna è ancora oggetto di studio.

Adesso si parte!

Floriana Galizia

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