Santa Caterina, Pedara
Giugno 23, 2022
“Cumu Caterina, accussì Barbaredda e Nataliddu”
Ppi Santa Catarina ghinchi un saccu di farina
I contadini siciliani in questi ultimi giorni di Novembre si preparavano ad affrontare il lungo periodo invernale ed erano soliti profetizzare le condizioni metereologiche dell’inverno imminente. Per tradizione si diceva che la festa di Santa Barbara il 4 Dicembre e il giorno di Natale il 25 Dicembre presentassero le stesse condizioni meteo del giorno di Santa Caterina, il 25 Novembre, ed era proprio a ridosso del mese di dicembre che si concludevano le ultime provviste per la lunga stagione fredda.
Questi due proverbi della tradizione siciliana, legati alle condizioni metereologiche e alla vocazione agricola della nostra terra, ci accompagnano alla scoperta della festa di una Vergine e Martire della cristianità, Caterina d’Alessandria, la cosiddetta santa della ruota, strumento del suo supplizio. Il suo culto si diffuse rapidamente durante il Medioevo, come è possibile verificare dalle tante pale d’altare e opere d’arte che la ritraggono tra altri santi diffuse nel corso dei secoli, soprattutto durante il medioevo.
In Sicilia la santa è particolarmente venerata, così come ricordano le tante chiese sorte in suo onore, come quello scrigno d’arte che è la chiesa omonima di Palermo e il suo patronato di Pedara, provincia di Catania, cittadina alle falde dell’Etna: il suo culto in città risale almeno al XIV secolo e ha come suo fulcro la bellissima basilica a lei dedicata, una prima volta costruita nel 1547, periodo in cui i Pedaresi si spostarono più a sud rispetto al primitivo centro abitato invaso dalle lave quattocentesche : così costruirono una nuova chiesa sacramentale e la dedicarono a lei. Quella dell’antica Patrona (Maria SS. Annunziata) era ancora in piedi e funzionante ma lontana dal nuovo sito, ampliato nel 1682 ed interamente ricostruito dopo il violento terremoto del Val di Noto del 1693 ed insignito, tra l’altro, del titolo di Basilica Papale Minore.
Ancora oggi l’Annunziata e Santa Caterina condividono il titolo patronale della città, ma la festa della santa dovette cedere a quella mariana per fasti e pomposità, dovendosi accontentare dopo il 1693 di sole funzioni liturgiche. La processione è stata ripresa da qualche anno, prima del lungo stop causato dalla pandemia di covid-19.
La chiesa pedarese di Santa Caterina è interamente istoriata di affreschi sulla vita e i miracoli della santa egiziana e custodisce il simulacro della santa, di origine tardo ottocentesca, opera dell’artista messinese Antonio Siccà e che sostituisce il più antico cinquecentesco: viene portato in processione per le vie del paese nel pomeriggio del giorno di festa.
Il 25 Novembre ricorre anche la dedicazione della Basilica alla Santa e viene tradizionalmente preceduto da una novena di una preghiera e dal triduo con lo svelamento della santa. L’alba del giorno di festa è salutata dallo sparo di colpi di cannone e lo scampanio prolungato di tutte le chiese della cittadina. Fino all’inizio del secolo scorso avveniva il cosiddetto “Legato Papardo”, che consisteva nel sorteggio, il 25 novembre, di tre fanciulle povere del paese alle quali veniva regalata una piccola dote per potersi sposare. Era stato istituito dal Barone Papardo, ultimo discendente diretto del famoso Don Diego Pappalardo, cavaliere di Malta e grande mecenate Pedarese, benefattore e centrale nella costruzione dell’attuale basilica.
In questo giorno dedicato alla santa martire ricorre anche la giornata contro il femminicidio: Caterina fu donna come tante (purtroppo ancora) vittima della brutalità di un uomo!
Conoscevi la storia di Santa Caterina di Pedara? Conosci altre tradizioni siciliane legate alla santa? Che aspetti, raccontacele!
Grazie a Rosario Torrisi per il suo prezioso contributo!