A Spasso tra...

Grotta delle Trabacche

Pronti per avventurarti in un nuovo viaggio?

Oggi ti portiamo a scoprire la Grotta delle Trabacche, un luogo misterioso perso lungo le campagne del ragusano, dove attraverso dei sentieri immersi tra i muretti in pietra e i campi colti, ci imbattiamo in un luogo sacro. In realtà si  tratta di un’antica catacomba romana, risalente al IV secolo d.C., scavata negli altipiani calcarei che caratterizzano i monti Iblei, a cinque chilometri da Ragusa, in località Contrada Buttino.

La Grotta divenne famosa grazie ai dipinti che la raffiguravano del pittore francese Jean Houel, nel corso del 1700. Successivamente il sito sprofondò nel dimenticatoio, fino a che non raggiunse nuova fama grazie alla fiction Rai “Il Commissario Montalbano.”, dove venne girato uno dei primi episodi della serie “Il cane di terracotta”.

La Grotta delle Trabacche, altro non è che un ipogeo formato da due grandi cameroni adiacenti. Entrando all’interno dell’ipogeo, colpiscono subito due monumentali sarcofagi scavati nella roccia. Questi sarcofagi sono ornati con una serie di colonne scavate anch’esse nella roccia (due ‘baldacchini’) che probabilmente erano dedicate a due personaggi importanti o vicini alla santità della piccola comunità a cui apparteneva questo cimitero.

Oltre alle due tombe principali, lungo le pareti della grotta trovano posto varie altre cavità con dei sepolcri. Alcune tombe si trovavano all’epoca anche sotto il livello del pavimento e sono oggi perfettamente visibili.

Ma da dove deriva il nome “Grotta delle Trabacche”?

Foto di Giuseppe Cilia

Secondo alcuni studiosi col termine “trabacca”, si indicava in siciliano un letto ornato da cortine, ricordando pertanto le tombe a baldacchino ivi localizzate. Secondo un’altra versione, il nome deriva da una leggenda popolare. Si racconta, infatti, che tre vacche, entrate nella grotta, non ne uscirono più.

Tuttavia la zona è costellata di altri piccoli ipogei, di testimonianza bizantina. Una contrada vicina prende il nome di “centopozzi”, ricordando i numerosi fori ed ipogei scavati nella roccia  ed un’antica leggenda popolare raccontava che dei diavoli fossero emersi dalla terra da questi pozzi.

Ma la vera avventura è proprio trovarla. In bocca a lupo.

Stefania Gentile

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