Arturo Di Modica, scultore siciliano
Dicembre 6, 2022
Arturo Di Modica, famoso in tutto il mondo per il Toro di Wall Street, si è spento per sempre il 19 Febbraio 2021, ad 80 anni nella sua abitazione di Vittoria, in provincia di Ragusa.
Ma chi era lo scultore siciliano?
Arturo Di Modica era sempre pieno di progetti ed idee, con un grande amore per Vittoria e i giovani, che spronava ed incoraggiava ad osare, come lo ricordano gli amici, il pedagogista Giuseppe Raffa e il magistrato di Cassazione, Bruno Giordano. Un uomo dalla personalità estrosa, coraggiosa, ambiziosa, generosa, ed un pò provocatrice. Un vero visionario della bellezza. Arturo ha visto il mondo con occhi diversi da quelli degli altri e ha dato al mondo molto di più di quello che ha avuto e visto. Purtroppo da tempo combatteva contro un tumore, che gli ha impedito di viaggiare in America nell’ultimo anno, oltre alle restrizioni per causa covid.
Lo scultore siciliano è stato sempre un grande provocatore dell’arte. Ciò lo testimonia la realizzazione dell’opera Charging bull, il toro che ringhia, ovviamente abusiva, costata all’artista 350 mila dollari. Così lui stesso la raccontava:
“Cinque minuti. L’operazione non doveva durare di più. Altrimenti avremmo rischiato grosso. Dopo un paio di sopralluoghi avevo scoperto che di notte la ronda della polizia passava davanti a Wall Street ogni 7-8 minuti. Dunque, per scaricare la “bestia” senza farci arrestare dovevamo impiegarci di meno. Altrimenti, addio blitz”. Quella notte erano in quaranta, con un camion e una gru. Di Modica e la sua “banda” videro i due agenti che oltrepassavano la Stock Exchange, storica sede della Borsa più famosa del mondo e dopo di che si avvicinarono e restarono senza parole: “La sera prima era tutto libero e adesso, invece, avevano installato un enorme albero di Natale. Dove l’avrei piazzato il mio toro all’attacco?”.
Arturo posteggiò il tir, scaricò con gli amici l’opera sotto l’albero ed ebbe persino il tempo di stappare una bottiglia di champagne per brindare al riuscito blitz. Un’operazione da pellicola cinematografica che Arturo aveva preannunciato ad alcuni cronisti con una serie di volantini lasciati nei principali quotidiani newyorchesi. Il direttore della Borsa non la prese affatto bene e fece rimuovere la scultura in bronzo, ma Arturo pagò una multa da 500 dollari per riprendersela e la notte successiva la piazzò a Bowling Green, dove si trova ormai da 32 anni.
Con questo episodio, Di Modica diventò una celebrità. Gli abitanti di New York si affezionarono presto al toro, raccogliendo le firme per “salvare” la scultura, oramai considerato un portafortuna e manifestando contro i provvedimenti dell’autorità.
Quella del “Charging Bull” non fu l’unica provocazione dello scultore. Nel 1977, per esempio, decise di lasciare per strada 60 tonnellate di sculture marmoree. Di Modica finì dritto davanti alla polizia e qualche ora dopo venne convocato dal sindaco di New York Abraham D. Beame, che lo definì brass balls, palle di ottone. Il giorno dopo New York era in prima pagina sui giornali di mezzo mondo a causa di quell’artista che aveva scaricato 60 tonnellate di sculture davanti al Rockfeller Center.
Di Modica è uno degli scultori più apprezzati del mondo. Nel maggio 2010 installa a Shanghai il Bund Bull, un toro più giovane, per celebrare il dinamismo dell’economia cinese. Negli ultimi anni, Di Modica stava lavorando ad un altro progetto da donare alla sua città, Vittoria: “Cavalli dell’Ippari”.
Una coppia di cavalli in bronzo da 40 metri da collocare sul fiume Ippari. Era riuscito a portare a termine il prototipo di dimensioni enormi, circa 8 metri di lunghezza, ma poi la sua salute peggiorò riuscendo a strappare la promessa di terminare l’opera dai suoi allievi che per anni sono stati al suo fianco in laboratorio.