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Riserva della Laguna dello Stagnone, Marsala

La Riserva della Laguna dello Stagnone di Marsala è un luogo magico, ricco di storia e cultura. Un paesaggio naturale che sembra donato da Dio con i suoi tramonti suggestivi, la vista mozzafiato, la bellezza per i suoi colori, il profumo della storia scandita dai ritmi lenti delle onde del mare che cullano piccole barche da pesca, suonando le emozioni di chi le “cavalacate”.

Riserva dello Stagnone
Foto di Samuele Schirò da Pixabay

La Riserva prende il nome dallo “Stagnone”, una laguna che si estende da Punta Alga fino a San Teodoro e che comprende anche quattro isole: Mozia, Isola Grande o Lunga, Schola e Santa Maria. Si tratta della  più vasta riserva della Sicilia. In contrada Birgi Nivaloro ha inizio l’antico collegamento viario  con l’isola di Mozia,  la cosiddetta “strada punica”, sotto il livello dell’acqua.

L‘isola di Mozia è stata una colonia fenicia. Essa ha restituito uno dei complessi archeologici fenici più interessanti ed importanti del Mediterraneo, grazie alla sua posizione strategica, ideale per lo scambio delle merci. I primi ad approdare sull’isola furono i Fenici, nell’VIII secolo a.C. . Essi la trasformarono in una fiorente cittadina, con possenti mura che resero l’isola inespugnabile per parecchio tempo, resistendo agli attacchi dei nemici.

Riserva dello Stagnone
Foto di Tamino54 da Pixabay

Nel 397 a.C. la città di Mozia venne invasa e distrutta dalle truppe siracusane guidate dal tiranno Dionisio il Vecchio. Gli abitanti fuggirono e si ripararono sulla terra ferma e l’isola rimase abbandonata per parecchi secoli. Nell’XI secolo d.C. sotto la dominazione Normanna, donarono Mozia all’abbazia di Santa Maria della Grotta di Marsala e divenne sede dei monaci basiliani di Palermo, che diedero il nome San Pantaleo all’isola, dedicandola al proprio santo fondatore dell’ordine.

Successivamente l’isola passò ai gesuiti, e nel 1792 fu data come feudo al Notaio Rosario Alagna di Mozia insignito con il titolo di Barone di Mothia, il quale iniziò gli scavi archeologici alla ricerca dei reperti storici del passato. Mozia conobbe il suo massimo splendore quando, nel 1902, il nobile inglese Joseph Whitaker decise di stabilire in Sicilia tutta la sua famiglia ed avviare una ricca esportazione del vino di Marsala. Quando Joseph scoprì l’isola di Mozia, ne rimase colpito, sia per la sua bellezza, sia per lo straordinario valore archeologico.

Riserva dello Stagnone
Foto di Luca da Pixabay

La produzione del sale inizia a fine marzo e termina a luglio, quando la crosta raggiunge 8 cm di spessore. Nella Riserva sono presenti diverse specie vegetali rare, tra cui alcune sono a rischio di estinzione: Halocnemum strobilaceum, Halopeplis amplexicaulis, Aeluropus lagopoides, Limoniastrum monopetalum, Limonium  ferulaceum, Calendula maritima .
Ricca è anche l’ornitofauna e in particolare quella migratoria. Troviamo mignattai, garzette, aironi, pittime reali, bigiarelle, anatre selvatiche; ed ancora il verzellino, la calandra, il cardellino, la cappellaccia. Sui fondali della laguna si trovano le praterie di posidonia. Le sue acque calde e poco profonde costituiscono l’habitat ideale per la deposizione delle uova e per il ripopolamento ittico.

Nelle coste troviamo diverse scuole di windsurf, kitesurf, canoa e vela, che costituiscono un forte richiamo per un turismo sportivo giovanile. Nelle acque dello Stagnone si praticano anche attività di pescaturismo.

 

Floriana Galizia

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