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Riserva Naturale Lago Sfondato

La Riserva Naturale “Lago Sfondato”, si trova nel territorio di Caltanissetta a pochi chilometri da Marianopoli. La Riserva nasce nel 1997 ad opera della Regione Siciliana e comprende la zona tra monte Mimiani (855 m), monte Trabona (536 m) e il fiume Salito. Qui si trovano miniere di zolfo e salgemma.

Oggi è affidata in gestione a LegambienteLa Riserva, estesa complessivamente per 43,7 ettari, è divisa in due aree distinte. Una prima zona comprende lo specchio d’acqua, l’intera conca di sprofondamento e alcuni tratti del corso del Torrente Stretto e del Vallone Formicai. L’altra zona è caratterizzata da colture cerealicole, pascoli e completamente modificata dall’uomo.

L’area protetta presenta zone boschive, antichi uliveti ed una fitta macchia mediterranea che la rendono unica ed affascinante. Qui sono presenti più di 1/3 delle orchidee siciliane tra le quali Anacamptis pyramidalis, Ophrys tenthredinifera, ecc. Sono presenti anche ben 57 specie di farfalle. 

Il lago è stato riconosciuto come Geosito ai sensi della L.R. n. 25 del 2012, dal 2017 per l’importanza dei suoi aspetti naturalistici.

Riserva del lago sfondato
Foto Instagram di Dario Giannobile (dariogiannobile)

Il paesaggio dell’area protetta è  tipico dell’entroterra siciliano, contrassegnato dalla presenza di rilievi tondeggianti spesso interrotti da valli incise. Questo aspetto è dovuto alla geologia di questa porzione centrale della Sicilia caratterizzata dalla presenza di rocce “evaporitiche” appartenenti alla serie Gessosa Solfifera. Si tratta di rocce sedimentarie, composte da tripoli, calcari, gessi, salgemma e sali potassici. Queste si sono formate circa 5-6 milioni di anni fa  a seguito dell’evaporazione delle acque del bacino del Mediterraneo e a causa della chiusura dello Stretto di Gibilterra e dell’instaurarsi di condizioni climatiche aride e secche.

La riserva nasce per tutelare zone di interesse geomorfologico e idrogeologico, la conservazione dell’ecosistema lacustre, delle garighe e delle praterie termoxerofile. Essa è caratterizzata da affioramenti alternati di gessoarenite e argille gessose. Su di esse vi è un’ampia diffusione della dissoluzione carsica, formando morfosculture del tutto particolari. Tra queste piccole scannellature subparallele come i karren, distribuiti in senso verticale lungo le pareti e le più ampie conche subcircolari come le doline.

Riserva del lago sfondato
Foto Instagram dididatticarte

Lo stesso lago presenta una conca formatasi in seguito allo sprofondamento degli strati più superficiali di gesso, venendo a mancare il sostegno delle rocce sottostanti, disciolte dalle acque circolanti nel sottosuolo. Tale evento avvenne nel novembre del 1907 e fu descritto dal marchese A. De Gregorio sulla rivista:

“Nel novembre del 1907 è accaduto nello interno di Sicilia, tra Marianopoli e Santa Caterina di Villarmosa, un fatto meritevole di non essere trascurato. Nella località Mimiani (alla quale si perviene da Marianopoli in circa tre quarti d’ora cavalcando al passo), si sprofondò a un tratto una cospicua zona di terreno tra il fiume che scorre tra Mimiani e Trabona, in una pendice ubertosa, di proprietà del Barone Lo Monaco. Lo sprofondamento della parte alta fu di circa 30 metri; della bassa circa 20 metri. Si formò un laghetto che le di cui sponde hanno una larghezza di circa 100 metri. La parte fonda del lago ha un diametro di circa 30 metri, oltre il quale il fondo viene gradatamente in su a montare sino alle sponde che formano un cerchio di circa cento metri di diametro.”

(Marchese A. De Gregorio, Formazione di un nuovo lago minuscolo a Mimiani, Il Naturalista Siciliano 1910).

Da un punto di vista idrologico, il lago è un tipico esempio di bacino chiuso non avendo nessun rapporto con il sistema idrografico superficiale. Ha una superficie di circa 3400 mq, un perimetro di oltre 200 m e una profondità massima di 15 m ed il suo livello idrico è pressoché costante, avvalorando l’ipotesi dell’esistenza di sorgenti sub-lacustri perenni.

Nel territorio protetto sono state censite oltre 300 specie di piante e l’area ospita anche una ricca comunità di anfibi e rettili. Numerosi sono anche gli uccelli legati a queste  zone acquatiche, nidificanti nel canneto: l’Usignolo di fiume, il Tuffetto, la Folaga, la Gallinella d’acqua, il Beccamoschino.

Anche l’uomo vive in queste zone sin dalla preistoria. Gli Scavi eseguiti dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dal 1977 al 1984 hanno riportato alla luce numerosi reperti esposti nel Museo Archeologico di Marianopoli.

L’accesso alla Riserva e alla pista di avvicinamento è consentito esclusivamente a piedi. All’interno della riserva naturale non sono presenti presidi di assistenza medica, punti d’acqua, di ristoro e servizi igienici. Per visitare la riserva chiamate il numero di telefono 0934 564038 o mandate una mail a la**********@le****************.it

Vi raccomando state attenti e godetevi la natura.

Floriana Galizia

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