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Il Parco Archeologico di Selinunte - Rubrica Sicilia

Curiosità Siciliane

Il Parco Archeologico di Selinunte

Parco Archeologico di Selinunte

Il Parco archeologico di Selinunte è situato su di un monte alto circa 30 metri s.l.m. ed è il più grande parco archeologico d’Europa. Selinunte prende il nome dal Selinon, foglie d’apio, un prezzemolo selvatico che cresce lungo le sponde e nella valle del fiume Modione. Esso è costituito dall’Acropoli, dalla Collina orientale, dal pianoro di Contrada Manuzza, dal santuario della Malophoros in contrada Gaggera e da due Necropoli (Manicalunga e Galera Bagliazzo).

Foto di Herbert Bieser da Pixabay

La sua origine risale al 650-628 A.C. I coloni dell’attuale Augusta (Megara Hyblea), guidati dal capo spedizione Pammilos, erano alla ricerca di nuovi sbocchi commerciali nella parte occidentale della Sicilia. Qui fondarono la colonia di Selinunte. Fino al 420 A.C. Selinunte cresce in maniera esponenziale, affermandosi come Apoikia, ed intrecciando rapporti politici e commerciali con i cartaginesi e i greci. Viene costruita l’Acropoli, il Santuario della Malophoros, e viene fondata la subcolonia di Eraclea Minoa. Nel giro di poco diventa una delle colonie più ricche e fluenti del mediterraneo.

La pace viene interrotta nel 413 A.C. Le mire espansionistiche di Selinunte minacciarono i territori della vicina Segesta. Dopo varie battaglie conclusesi senza danni, si arrivò ad uno scontro tra “Titani”: Da un lato Segesta, appoggiata da Cartagine ed Atene, e dall’altro lato Selinunte, appoggiata da SiracusaAgrigento e Gela.

Foto di Leopictures da Pixabay

La guerra finì con la vittoria del cartaginese Annibale Magone che, approfittando dei mancati aiuti agrigentini e siracusani, schiacciò e saccheggiò Selinunte, salvando solo donne e bambini. Finisce così la storia di una delle più gloriose colonie greche d’Occidente.

Nel III sec A.C. si tentò una ripresa,  ma i numerosi tentativi di Dionisio contro Lilibeo portarono ad un accodo di pace e Selinunte finì nelle mani dei  caraginesi  che la ricostruirono solo nellarea dell’acropoli, insediando nuovi elementi della civiltà punica, nuovi culti ed il vecchio centro urbano della Manuzza diventò una necropoli.

Uno scrigno di tesori lontani millenni ma ancora vivi, immutati nel tempo.  Sono 270 ettari che custodiscono una delle più fiorenti civiltà classiche del Mediterraneo. Qui ogni anno arrivano non solo turisti e curiosi, ma anche ricercatori e studiosi da tutto il mondo.

Foto di Ellen da Pixabay

Le sculture trovate negli scavi di Selinunte si trovano nel Museo Nazionale Archeologico di Palermo. Ad eccezione dell’opera più famosa, l’Efebo di Selinunte che si trova nel Museo Civico di Castelvetrano, insieme ad una ricca collezione di ceramica attica e corinzia, un cratere a figure rosse, una serie di monete e una statua mormorea chiamata Virgin, opera di Francesco Laurana.

All’interno del parco è presente da poco inaugurato il Museo “Baglio Florio”. Al suo internoci sono centinaia di reperti dai primi anni deI Novecento agli ultimi scavi del 2015. Molti dei ritrovamenti provengono dall’area Gaggera e dalla necropoli orientale di Selinunte. In una mostra del 2017 si esibì anche la “Legge sacra selinuntina”, una lastra di piombo risalente alla metà del V secolo A.C. . Si trattava di un testo contenenti le prescrizioni per alcuni riti da effettuarsi per cancellare la contaminazione causata da un delitto. Una sorta di rito di purificazione che comprendeva però alcuni sacrifici di animali.

Parco Archeologico di SelinunteVia Selinunte, Castelvetrano – 0924 46277
Orari ingresso: 9:00 – 18:00, uscita entro le ore 19:00.
Prezzo biglietto: Intero € 6.00, ridotto € 3.00

 

Andrea Barbaro Galizia

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