San Pietro in Sicilia
Gennaio 3, 2023
“Lu Paradisu non apri purtuni, si bona mancia a San Petru non duni.”
È questo un famoso proverbio diffuso in tutta l’isola legato a San Pietro Apostolo, colonna della fede cristiana ed apostolica che, semplice pescatore di Galilea e poi apostolo di Gesù, è divenuto uno dei santi più importanti della cristianità, il primo papa e la guida della Chiesa. Il proverbio in vero allude ad una realtà non proprio religiosa ma legata alla raccomandazione, ossia al fatto che per ottenere favori occorra far regali.
Una constatazione che poco ha a che fare con il sacro ma che la saggezza popolare, per imprimere il suo significato nel vivere comune della gente, lo ha utilizzato mettendo a paragone il donare, per ricevere la raccomandazione, al versare del denaro (anticamente le indulgenze in espiazione dei peccati) al Santo detentore delle “chiavi d’accesso” al paradiso: l’uso del sacro per evidenze pratiche è tipico della mentalità popolare siciliana, che venera in molti dei suoi centri San Pietro Apostolo, nel giorno del 29 Giugno quando la chiesa ne ricorda la solennità assieme all’altro grande pilastro della fede cristiana, San Paolo.
Possiamo quindi compiere un viaggio immaginario sulla scia della devozione petrina in Sicilia partendo proprio dal cuore dell’entroterra siciliano per estenderci, poi, a macchia d’olio in tutta l’isola. Centro del culto petrino nell’ennese è la cittadina di Calascibetta, che onora San Pietro come suo santo patrono onorandolo solennemente il 29 Giugno, sua memoria liturgica, la prima domenica e il primo lunedì di Agosto nella memoria cittadina e il 28 Dicembre, giorno definito di “San Pietro del Terremoto” a ricordo dello scampato pericolo del terremoto del 1908.
La festa cittadina di San Pietro a Calascibetta è dislocata ad Agosto perché il 29 Giugno il paese, a vocazione agricola, si trovava nel bel mezzo della mietitura, che teneva impegnata la stragrande maggioranza della popolazione xibetana: questa predilesse, infatti, spostarne la festa cittadina al periodo torrido di Agosto, mese di riposo, in cui si festeggiava per altro la memoria di San Pietro in vincoli, a ricordo della liberazione del santo in catene da parte di un angelo. Lo slittamento della data di festa è divenuto, inoltre, l’occasione di rientro di gran parte degli emigrati, visto il periodo tradizionale di ferie. La processione del Santo si svolge il primo Lunedì di Agosto quando il simulacro, in cattedra e parato a festa con vesti sacre ricamate e molto preziose, gira l’intero centro abitato portato a spalla sul suo trono restaurato.
Nel vicino capoluogo di Enna la festa di San Pietro si svolge nel caratteristico e pittoresco omonimo rione, con funzioni religiose e sagre. Il Santo, rappresentato in una voluminosa statua in cattedra posta sotto un “ciborio” a ricordo del più artistico monumento vaticano del Bernini, simbolo del potere papale, viene onorato con il triduo e durante la mattina del giorno di festa il 29 Giugno: nel pomeriggio dopo il vespro dalla chiesa si diparte la processione dei confrati “Ignudi di Maria SS. Della Visitazione” che scortano un cuscino contenente delle vecchie chiavi, in ferro e bardate, che aprono la nicchia dove è custodito durante l’anno il simulacro della Madonna della Visitazione, dando di fatto avvio ai festeggiamenti patronali cittadini.
Capoluogo del culto petrino in Sicilia è certamente la città di Modica, nel Ragusano. La festa di San Pietro di Modica rientra di diritto tra quelle che vedevano, un tempo e per alcuni aspetti anche ora, lo “scoppio della guerra dei santi”, ovvero le ostilità e le gare devozionali tra quartieri, comitati e confraternite per il patronato della città: elementi che nel corso dell’ultimo ventennio hanno interessato la comunità antropologica ed etnografica italiana. Nel caso di Modica si parla di tre secoli di rivalità cominciati quando i parrocchiani di San Pietro, nel Cinquecento, decisero unilateralmente di murare sul frontone della propria chiesa la dicitura “Mater Ecclesia” e generando nel resto del paese e soprattutto nell’ala opposta, legata alla figura di San Giorgio, una prima scintilla di risentimento, destinata poi a scoppiare e a perdurare nel tempo. Secondo quanto riporta il Pitrè il Santo Cavaliere era il santo protettore del feudo di Modica, mentre il secondo, San Pietro, era il protettore della gente che viveva al suo interno.
Sono diversi e molto particolari i dettagli (anche grotteschi come saponate e la commistione di polvere da sparo e chiodi nei fuochi artificiali a danno del comitato rivale) riportati nella sua opera che analizzano come dietro la rivalità del titolo patronale si nascondessero in realtà vicende e pulsioni sociali tra le anime del popolo modicano che, nel corso dei festeggiamenti religiosi, davano vita ad una escalation di violenza e soprusi vicendevoli che durante l’anno restavano sopiti. Questi fatti sono adesso scomparsi visivamente, rimanendo ancorati alle pagine di storia locale o ai racconti dei più anziani membri dei vari comitati che raccontano ancora, ai più giovani, questi aneddoti di vita passata sulle scale delle rispettive chiese di appartenenza, negli afosi pomeriggi estivi. Il senso di rivalità è più bonario ma è ancora vivido. Il gruppo statuario del santo venerato a Modica rappresenta il miracolo di S. Pietro che guarisce un paralitico al tempio nel giorno di Pentecoste, una volta ricevuto lo Spirito Santo. Un tempo la statua veniva preceduta in processione da undici “santoni” rappresentanti gli apostoli e da un gigantesco San Cristoforo, mentre oggi partecipa alla processione la sola statua di San Paolo.
Nel palermitano invece il culto di San Pietro è presente a Balestrate che, in quanto cittadina a vocazione marittima e peschiera vista la sua storia di ex- tonnara denominata “Sicciara”, festeggia il santo protettore dei pescatori con la processione del simulacro trainato da questi su una “vara” simile ad una barca con delle lunghe corde. Gli stessi organizzano inoltre la tradizionale sagra del pesce con il famoso “ciauru di mari”, ovvero il penetrante odore di sarde fritte.
Anche a Sciacca, nell’agrigentino, il cuore della festa di San Pietro è il mare: il quartiere dei pescatori organizza per l’occasione degustazioni di pesce, padellata di gamberi, musica e giochi di quartiere. Qui la statua del santo viene proprio posta su una barca e portata in processione sul mare, seguita dai pescherecci della flotta saccense.
Dove vivi tu viene festeggiato San Pietro? Conosci detti popolari o riti particolari dedicati a questo santo? Raccontaceli per arricchire ancora di più questo nostro viaggio immaginario nella devozione petrina in Sicilia.