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Settimana Santa ad Augusta - Rubrica Sicilia

Feste Religiose, Pasqua in Sicilia

Settimana Santa ad Augusta

Oggi ci spostiamo da un’altra parte dell’isola. Ci sono due processioni del Cristo Morto ad Augusta. Una è alla luce del Sole, l’altra alla luce della Luna che, piena, ci annuncia che qualcosa sta cambiando nell’universo e che tra poco sarà Pasqua.

Le prime luci dell’alba colorano l’antico centro storico. Dalla chiesa di San Giuseppe esce il Cristo Morto portato dai confrati che vestono un abito penitenziale di foggia spagnolesca. Una folla immensa assiste silenziosa. Il Figlio di Dio qui è il figlio di ogni donna, e, nel giorno della sua morte e del suo funerale, è adagiato in un letto di purpuree camelie e viene portato in questa rituale processione per le antiche vie cittadine, fermandosi ed addirittura entrando in ciascuna delle chiese in città, che spalancano le porte per accoglierlo, proprio come una madre spalanca le sue braccia.
Cristo non è ancora morto, ma qui si celebra già il suo funerale. I sepolcri ancora imbanditi e profumati di incenso sono meta di continui pellegrinaggi. I confrati di San Giuseppe in questo lento camminare è come se salutassero Gesù ancora in vita nell’Eucarestia.

Tutto ciò si comprende dalle origini di questa tradizione, un tempo infatti erano accompagnati dalla Piccola Statua di San Giuseppe. Ma questo era il giorno della morte, non c’era posto per nient’altro! Ecco perché, col tempo, i confrati hanno deciso di farsi accompagnare dal Cristo Morto. La tradizione, qui, non ha perso la sua rilevanza né la sua entità primordiale. Scende il buio del tramonto e sul piazzale di Levante, alla fine dell’antica Via del Calvario (attuale Via Roma), una vastità infinità di gente assiste all’antico rito di “A scisa ‘a cruci“.

Le parole di un Sacerdote, che commemora la morte del Cristo, fanno tremare i cuori e conferiscono pathos al momento tanto atteso. Il simulacro del Cristo crocifisso eretto nel suddetto piazzale, è pietosamente schiodato dai confrati dell’Immacolata e deposto in una vara, anch’essa, come quella della processione mattutina, adornata di camelie: vere protagoniste quindi del Venerdì Santo. Con quella delicatezza e quell’inconfondibile profumo diventano il letto nel quale dorme il figlio di Dio. Questa morte vera e apparente si colorerà di vita all’alba del terzo giorno.

 

Francesco Daniele Miceli

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