Settimana Santa ad Agrigento
Gennaio 3, 2023
Agrigento, con la sua piccola altura che sovrasta il mare, diventa un teatro perfetto. Qui, tra queste antiche strade tinte di giallo a due passi dai templi, Pirandello e Cammilleri, sono passati migliaia di volte e tante volte hanno vissuto i riti della Settimana Santa.
Cammilleri, nel suo “Commissiario Montalbano”, li descrive e li rende vivi con la sua voce che miscela sacro e profano, dialetto siciliano e lingua italiana, vita e morte. Ad Agrigento, il giovedì santo, si tinge di attesa: i devoti girano tutte le chiese, e tutti i sepolcri, in una confusione ordinata tra passato e presente. Ma è il Venerdì Santo che le manifestazioni della Settimana Santa iniziano davvero: già a partire dalle 9 tutto i ferma per le strade.
Quelle strade saranno ferme e immobili, eppure per tutto il giorno le varie confraternite saranno protagoniste nel portare in giro ininterrottamente simulacri. Alle ore 9 inizia il cammino del Simulacro di Gesù dalla piazza antistante la Cattedrale. A partire dalle 10:00 ha luogo la processione con la vara della Madonna la quale viene fatta uscire dalla Basilica dell’Addolorata di via Garibaldi. Ma sarà invece alle 10,30, presso l’Addolorata, che avviene l’incontro tra i due simulacri. La processione procederà quindi lungo le vie Garibaldi, Atenea e nei vicoli del centro storico per risalire poi verso la Chiesa di Sant’Alfonso con la banda musicale che inonda l’aria di tristezza e i devoti che riempiono quelle strade con devozione.
Gli Agrigentini, anche per tutto il giorno, non lasciano i due simulacri mai da soli. Essi continuano a seguire per l’intera giornata il percorso delle processioni sino a quando presso la Chiesa di Sant Alfonso alle 14 avverrà la Crocifissione. Canti e preghiere accompagnano il pomeriggio, sino ad arrivare alle ore 20.00 alla “Scinnenza”: Gesù viene sceso dalla croce. L’urna con il Cristo e la vara della Madonna, seguiranno quindi il percorso di via Duomo, via Bac Bac, via San Girolamo proseguendo per via Porcello, fino a giungere nella centralissima via Atenea e quindi presso la Basilica di San Domenico in piazza Pirandello.
Il Clima è mesto e già alle ore 23.00, nel silenzio più assoluto, le parole dell’arcivescovo, col suo discorso mesto, rimbombano le strade proprio a partire da quella piazza. Tutto si scioglie pochi minuti dopo. Riporteranno la statua della Madonna presso la Basilica dell’Immacolata, mentre quella del Cristo risale fino alla Cattedrale.
Tutto è andato secondo copione da centinaia di anni. Si torna a letto. Mesti e tristi come non mai. Cristo è morto. La madre lo piange. Anche qui, in questo luogo specchiato sul mare.