La Caravella Portoghese
Luglio 26, 2022
La Caravella Portoghese (Physalia physalis) è un celenterato marino. Si tratta di una specie oceanica che vive al largo, molto comune nelle fasce subtropicali e tropicali degli oceani Atlantico, Indiano e Pacifico.
Viene spesso scambiata per una medusa, ma è in realtà un sifonoforo, un insieme di quattro organismi distinti (gli zooidi) che vivono in simbiosi, strettamente dipendenti l’uno dall’altro per permettere la sopravvivenza. È dotata di tentacoli lunghi decine di metri capaci di punture molto dolorose e pericolose per l’uomo. Il nome “caravella portoghese” deriverebbe dall’aspetto dell’individuo galleggiante, che ricorderebbe appunto una caravella a vele spiegate.
La caravella portoghese è composta da quattro tipi di polipi. Il primo, chiamato “vela”, è una sacca galleggiante piena di gas, permettendo all’animale di galleggiare. È lunga tra i 9 e i 30 cm, alta fino a 15 cm, prevalentemente trasparente con tinte blu, viola, rosa o malva. Sotto di essa troviamo i tentacoli.
La Caravella portoghese, in caso di vento favorevole, può percorre tra i 15 e i 28 km al giorno. Essa non si sposta grazie alla spinta del vento, ma può anche “navigare di bolina” come fanno le barche a vela. Può quindi muoversi controvento. La “vela”, con una sorta di sifone, può sgonfiarsi a piacimento. Quindi essa può immergersi per brevi periodi per sfuggire ai suoi predatori.
La caravella portoghese è un animale carnivoro. Essa cattura e paralizza le sue prede utilizzando i suoi tentacoli velenosi che si agitano nell’acqua. Si nutre solitamente di piccoli pesci e organismi marini, nonché plancton. Le nematocisti presenti nei suoi tentacoli contengono oltre dieci tipi di veleno e sono in grado di paralizzare e uccidere rapidamente piccoli pesci ed altre prede di piccole dimensioni. I differenti tipi di veleno sono caratterizzati da un differente colore ed alcuni sono senza cura. I tentacoli staccati e gli esemplari morti restano ugualmente pericolosi per ore se non giorni dall’avvenuto distacco o morte. Ogni anno, questa specie è responsabile di oltre 10.000 punture sull’uomo in Australia, in particolare sulla costa orientale.
Queste punture causano forte dolore nell’uomo, lasciando vere e proprie piaghe arrossate che durano normalmente due o tre giorni, mentre il dolore solitamente scompare dopo un’ora. Più raramente gli effetti avversi possono aggravarsi. Tra questi troviamo shock anafilattico, febbre e interferenze con le funzioni cardiache e polmonari, e raramente la morte. Dopo una puntura potrebbero rendersi necessarie cure mediche, specialmente se il dolore persiste e le piaghe rimangono.
Solitamente, come nei morsi di medusa, si consiglia di sciacquare con acqua marina (non acqua dolce che potrebbe peggiorare la situazione) e se necessario naturalmente allertare i soccorsi. Prestiamo sempre molta attenzione soprattutto per i bambini, che magari vedendo questa “barchetta” che galleggia sono tentati a toccarla.