Vittime di Mafia

Don Pino Puglisi, Palermo

“Venti, sessanta, cento anni… la vita. A che serve se sbagliamo direzione? Ciò che importa è incontrare Cristo, vivere come lui, annunciare il suo Amore che salva. Portare speranza e non dimenticare che tutti, ciascuno al proprio posto, anche pagando di persona, siamo i costruttori di un mondo nuovo.“ Don PinoPuglisi

Beato Don Pino Puglisi

Era la sera del 15 settembre 1993, intorno alle 22:45. A Brancaccio, Palermo regnava un ambiente più silenzioso del solito, mentre l’Italia osservava impaurita le stragi di Firenze, Roma e Milano.

Don Pino Puglisi stava rientrando a casa dopo una giornata di lavoro molto pesante per festeggiare il suo 56esimo compleanno. Era a bordo della sua Fiat Uno di colore bianco, quando è sceso dall’automobile, e avvicinato al portone della sua abitazione da due uomini che gli gridarono “PADRE, QUESTA È UNA RAPINA”. Lui li guardò e con un nobile sorriso disse : “ME L’ASPETTAVO” .

Dopo di che il rumore di colpi di pistola. Quella sera i fratelli Graviano, i mandanti ed esecutori della morte di Don Pino Puglisi, rubarono la vita di Don Pino, ma non riuscirono a rubare quel sorriso, faro di speranza per molti giovani palermitani. Terribilmente scossi dalla forza di quel sorriso che oggi sono diventati collaboratori di giustizia.
Due giorni dopo quella maledetta sera estiva, scesero in piazza milioni di persone per il funerale di Don Pino Puglisi, che insieme alle parole gridate da Giovanni Paolo II, il 9 maggio dello stesso anno, nella valle dei templi di Agrigento:

“Convertitevi, un giorno verrà il giudizio di Dio”

Don Pino Puglisi
Foto dell’archivio fotografico di Palermo

portarono alla distruzione di molti muri di omertà, iniziando il cambiamento di questa martoriata terra.
Vent’anni dopo dalla sua morte, il 25 maggio 2013, è stato beatificato dalla Chiesa. Il 15 settembre 2018 Papa Francesco venne a Palermo. Egli come pellegrino visitò i luoghi del martirio di don Pino Puglisi, il sacerdote che ha effuso il suo sangue in nome di Cristo.

Non ci resta che fare nostro il discorso di Papa Francesco, con il quale ha ricordato un uomo, un amico, un fratello, un sacerdote che ha fatto della casa di Dio, un rifugio sicuro e faro di speranza per molte generazioni di giovani.

 

Andrea Barbaro Galizia

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