Opuntia ficus-indica L.
Settembre 2, 2022
È la Sicilia che detiene il monopolio del mercato italiano del ficodindia ed oltre il 90% del mercato comunitario. La superficie complessiva interessata alla coltivazione specializzata del ficodindia in Sicilia, è di circa 4000 ettari.
La zona più importante per superficie e grado di specializzazione degli impianti è l’areale di San Cono (CT). Essa copre il 60% dell’intera superficie regionale coltivata a ficodindia, seguito da una vasta area caratterizzata dalla “DOP Ficodindia dell’Etna”. Quest’ultima comprende numerosi comuni alle pendici del vulcano, dall’areale di Santa Margherita Belice (AG) e da una piccola area in forte espansione nel territorio di Roccapalumba (PA).
Il successo della produzione siciliana sta nell’ottima qualità dei frutti, raggiunta grazie all’applicazione di tecniche colturali. Tra queste la concimazione, l’irrigazione e il diradamento cui questa specie, considerata molto rustica, tradizionalmente non era assoggettata, allo standard di coltivazione a basso impatto ambientale.
In Italia si sono affermate tre principali varietà, Gialla, Bianca e Rossa o Sanguigna, la cui denominazione deriva dal colore del frutto. Una varietà denominata Apirena, caratterizzata da un maggior numero di semi abortiti, è raramente presente in coltivazione. In genere si consiglia la coltivazione di tutte le varietà in modo da fornire al mercato un prodotto caratterizzato da un diverso cromatismo. Il ficodindia è utilizzato come alimento ma anche nella produzione di succhi, gelatine e altri prodotti edibili come fonte di vitamine, in particolare la C, di calcio e di fosforo e in minor quantità di altri minerali e di diversi nutrienti essenziali, anche antiossidanti.
L’olio che si estrae dai semi invece è ricco di vitamina E (con incredibili proprietà rigenerative per la cute), di vitamina F e di acidi grassi come gli Omega 3, 6 e 9 che apportano moltissimi benefici a tutto il nostro organismo, dal cuore ai capelli. Inoltre, una coppia di giovani di Guadalajara, in Messico, ha creato la prima alternativa vegetale alla pelle. Essa è realizzata dalle foglie di fico d’India. È stata presentata a Lineapelle, manifestazione milanese di moda. Per concludere si può quindi affermare che da un frutto possono nascere tantissime cose.