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La festa dell’Immacolata ad Enna - Rubrica Sicilia

Feste Religiose

La festa dell’Immacolata ad Enna

Compiamo un viaggio virtuale in piena atmosfera natalizia ad Enna, capoluogo di provincia più alto d’Italia, alla scoperta delle tradizioni della festa dell’8 Dicembre.

Immacolata Concezione
Foto del web

Il fulcro della devozione all’Immacolata ad Enna è la chiesa di San Francesco d’Assisi, il centralissimo edificio religioso quattrocentesco insito all’interno dell’ex palazzo baronale dei Chiaramonte, che da 400 anni è retta dai frati dell’Ordine dei Frati minori Conventuali. Il culto è promosso anche dalla Confraternita omonima che, fondata presso una chiesetta a ridosso del promontorio delle Muse, fu trasferita successivamente nella Chiesa di S. Francesco d’Assisi. Fu rifondata nel corso dell’anno 1754. Indossanti una mantiglia color bianco latte, come il vestito della statua della Madonna, uno scapolare di colore azzurro avion e cinti da una fascia dello stesso colore dello scapolare. Essi sono i promotori dei festeggiamenti cittadini.

La festa dell’Immacolata inizia ufficialmente circa tre mesi prima l’8 Dicembre, precisamente il primo sabato dopo la Festa dell’Esaltazione della Croce (14 Settembre) quando si dà inizio ai 12 Sabati in onore dell’Immacolata: quella dei 12 Sabati è una pia pratica che consiste nel proposito di comunicarsi e di fare particolari preghiere per dodici sabati consecutivi. Il primo Sabato in particolare, il più solenne insieme all’ultimo, vede l’esposizione del bellissimo simulacro della Madonna, incastonato nell’abside affrescata della chiesa: una statua molto preziosa dal punto di vista artistico, risalente al ‘700, attribuita al Quattrocchi ed alla sua scuola, come tante altre statue dell’Immacolata simili presenti in tutta la Sicilia.

Immacolata Concezione Enna
Foto di Biagio Virlinzi

Il simulacro alto e slanciato troneggia sull’unica navata attirando a sé gli sguardi da ogni dove. Originariamente era questo il simulacro che veniva portato in processione l’8 Dicembre di ogni anno: veniva prelevato attraverso un marchingegno dell’epoca, posto su una “vara” scoperta e venerato dai fedeli lungo le vie del paese. Le fattezze voluminose e il peso abbastanza elevato, oltre che la bellezza “fragile” e preziosa della statua hanno indotto, però, la Soprintendenza dei Beni culturali della città a tutelare la preziosa opera che rimane, in questo modo, solamente esposta in chiesa. Una copia dell’Ortisei, che dipinge in maniera abbastanza semplice ma suggestiva le fattezze giovanili ed umili della Donna di Nazareth viene portata adesso in processione su un fercolo ligneo d’orato e smaltato.

Solamente nel 2018, anno che ha visto il simulacro prezioso della Vergine interessato da un meticoloso restauro e che ha riportato la statua ai suoi colori originari (dal grigio della veste al bianco latte) è stato concesso il beneplacito per la processione l’8 Dicembre: dopo circa 50 anni la statua dell’Immacolata ritornava per le strade e attirava a sé gli sguardi degli ennesi colpiti da tale bellezza e “stranezza”. In un precedente articolo ho parlato proprio di quella statua e della bellezza teologica che si cela in questa iconografia della Madonna. Dai dodici sabati si passa al novenario in preparazione: ogni giorno della novena un gruppo di devoti, fedeli, movimenti, parrocchie si affidano alla Madonna.

La grande festa dell’8 Dicembre è introdotta dalla messa della Vigilia celebrata da S.Ecc.za il Vescovo della Diocesi, nella quale il sindaco rivolge il tradizionale atto di affidamento della città alla Madonna. Un momento solennissimo, impreziosito dalla presenza delle più alte cariche politiche, amministrative, militari e religiose civiche. Il giorno dell’Immacolata la chiesa è parata a festa con drappi celesti che adornano l’intera navata, addobbi floreali in ogni altare, tovaglie ricamate e monili preziosi in onore della Madonna. Le celebrazioni liturgiche si susseguono una ogni ora. Il momento più toccante e suggestivo avviene intorno alle 6.15- 6.30 del mattino quando, in un’atmosfera pungente e ancora buia, le campane della chiesa suonano a festa e diversi pellegrini, avvolti dalla nebbia e immersi nel freddo pungente di una mattina di Dicembre in un paese di montagna, si avviano in chiesa.

Immacolata Concezione ad Enna
Foto di Gabriele S.

Alle 6.30 iniziano l’Ufficio delle Letture con la preghiera alla Vergine di Dante e le lodi mattutine. Segue lo sparo dei colpi a cannone che annuncia alla città i giorni di festa. Alle ore 10 frotte di bambini vengono affidati alla Vergine, mentre alle 11.00 si tiene il tradizionale omaggio dei vigili del fuoco all’immagine della Madonna che campeggia nella facciata laterale della chiesa prospicente la piazza Vittorio Emanule, “piazza San Francì” per tutti gli ennesi. Un momento molto seguito da tanti curiosi e bambini che prontamente assiepano i margini della piazza. Un grande camion dei vigili del fuoco con la sua imponente scala meccanizzata solleva per diversi metri da terra il guardiano del convento e due rappresentati dei pompieri che omaggiano con un cuscino di fiori la Madonna: la sirena intanto fende l’aria. Tutt’attorno l’applauso dei bambini entusiaste e dei telefonini che trasmettono in diretta ai lontani l’omaggio alla Madonna.

La piazza è un tripudio di suoni e colori: la festa dell’Immacolata è il primo giorno ufficiale delle feste natalizie: i negozi prospicenti la piazza sono tutti illuminati a festa con le lucine intermittenti, addobbi natalizi, presepi. Anche la città non si fa trovare impreparata: addobbi per tutte le vie centrali, luci e festoni in occasione del Natale. La banda fino a qualche anno fa suonava marce sinfoniche per tutta la mattinata mentre un via vai di gente, rigorosamente ben vestite, si recava in chiesa.

Luppini
Foto del web

Cibo tradizionale dell’Immacolata siciliana sono i “Luppini” e la “Murtiddra”: tanti anni fa i lupini accompagnavano la colazione dei braccianti sull’isola oppure le soste in cui si consumava vino. Negli angoli delle cantine, infatti, non era cosa rara scorgere un tinello pieno di lupini. Si era soliti trovarli anche sulle bancarelle, alle feste di paese, e per l’Immacolata soprattutto. Dal caratteristico odore e sapore penetrante, oltre che per il colore giallo intenso, sono di solito ammassati in altissime “piramidi” nelle bancarelle, contornati dalla “Murtiddra”, ovvero i mirtilli. Al mirto sono attribuite proprietà astringenti, antinfiammatorie, rinfrenscanti, balsamiche, disinfettanti e stimolanti. I frutti e le foglie vengono usati in cucina per preparare liquori, marmellate, per aromatizzare carni grasse e selvaggina. Il mirto è conosciuto fin dall’epoca dagli antichi Greci.

Mirti
Foto del web

Secondo il mito, infatti, il nome “myrtos” derivi da “Myrsìne”, una fanciulla greca che fu uccisa da un giovane che battè in una gara ginnica. Mossa da compassione, la dea Atena trasformò la fanciulla in un arbusto di mirto. Secondo un altro mito, la dea Afrodite, dopo la scelta di Paride, si cinse con una corona di mirto. Per i romani, invece, era pianta sacra a Venere, all’amore e afrodisiaca. Il mirto, nel corso dei secoli, è stato usato per incoronare poeti, guerrieri trionfanti, adornare banchetti ed edicole votive dei santi. In Sicilia la murtidda (così viene chiamato il mirto/mortella) viene usato per adornare gli altarini dei santi, da qui il detto:

Cci voli murtidda pr’apparari li santi!/Ogni festa havi la so murtidda.

la prima murtidda si assaggia proprio durante la festa dell’Immacolata Concezione e i venditori attiravano i clienti al grido di: “Pi divuzioni si mancia ‘a murtidda!”.

Addobba la bancarella “u lignu santu”: un frutto che matura per l’Immacolata, la cui maturazione favoriva l’albero di cachi (i loti) a maturare. Questo succedeva nelle campagne proprio intorno all’Immacolata: se maturava u Lignu Santu maturavano i loti. Ormai da anni a causa del surriscaldamento globale ciò avviene molto prima.

E cu voli grazi ricurri a lu nomi di Maria Immacolata, evviva Maria Immacolata.

È questa la vrama che sancisce il passaggio della Madonna per le vie della città. Partendo dalle 18 in punto, salutata dallo scampanio a festa e dallo sparo di moschetteria, il fercolo scende le scalinate e si presenta ai fedeli che tra flash e sguardi all’insù salutano la Madonna in processione. La processione dell’Immacolata è una delle poche che non si svolge nella parte alta della città e non arriva al duomo: poche eccezioni nel 2004, in occasione come detto del 150 anniversario del dogma, nel 2012 in occasione del Giubileo Cittadino Mariano per il 600 anniversario della Madonna della Visitazione, Patrona della città di Enna e nel 2018 proprio per la ricorrenza della processione dell’originale simulacro.

Foto di Biagio Virlinzi

Il tragitto processionale ha due fulcri importanti: il primo la Chiesa del Carmine, antica cappella ospedaliera. Altro particolarissimo momento avviene tra la Via Siracusa e la Via Agrigento. Il simulacro illuminato della Madonna sosta in una piazzola prospicente la casa circondariale: alle finestre con le barre del carcere i detenuti, una volta più numerosi in quell’ala della struttura, al grido “Viva Maria”, con applausi e facendo rumore con le sbarre salutavano la Madonna che recava loro visita.

Il sacerdote invitava ad un momento di preghiera e impartiva un’altra benedizione. Tanta la gente che assisteva a questo momento, con sentimenti di dolcezza e velata tristezza, oltre che di compassione. La Madonna riprende il suo cammino e ormai a tarda sera, sia con la nebbia, con la pioggia o il freddo pungente giunge in piazza Municipio e infine davanti al Belvedere Marconi dove veniva salutata prima da fuochi pirotecnici, adesso dalla moschetteria per poi congedarsi alla folla che la saluta con un lungo e fragoroso applauso.

Il simulacro viene ricondotto in chiesa dove si conclude con la benedizione eucaristica mentre le campane continuano a suonare incessantemente.

E tu, conosci altri detti, tradizioni, riti legati alla festa dell’Immacolata? Raccontaci!

 

Francesco Luca Ballarò

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