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U Trunu. Il frastuono della folla a Barrafranca - Rubrica Sicilia

Feste Religiose, Pasqua in Sicilia

U Trunu. Il frastuono della folla a Barrafranca

Se durante il Venerdì Santo cerchi pace e mestizia, puoi trovarle in ogni angolo del mondo: oggi è il giorno più triste dell’anno, il giorno del silenzio e della morte. Ma non qui. Non a Barrafranca. Siamo in provincia di Enna e quello che sto per raccontarti ti lascerà a bocca aperta.

Foto di Chiara Crapanzano

I più anziani ricordano ancora, qui, a Barrafranca che un Crocifisso è stato rinvenuto in contrada Rastrello, in circostanze misteriose, da un contadino mentre stava faticosamente lavorando sotto il sole. Ad un certo punto si accorse che il vomero dell’aratro si era improvvisamente bloccato.  Scavando con le nude mani la terra, pietra dopo pietra, si trovò davanti un Crocifisso al centro di una raggiera con lucerne incredibilmente accese.
Ed è quello stesso crocifisso, dopo secoli, ad andare in processione, alto e immenso nella sua bellezza, collocato su di una asta a diversi metri di altezza e circondato da “scocche”, immensi fiori artificiali che la gente ha donato per grazia ricevuta.

Foto di Chiara Crapanzano

Un crocifisso che esce coricato dalla Chiesa, per poi alzarsi in verticale tra i rumori e le urla di centinaia di portatori, tutti ragazzi, che lo sorreggono attraverso due “baiarde”, numerate da 1 a 100 in relazione al posto di ciascun portatore.
Gesù crocifisso e martorizzato viene ricoperto interamente di ex-voto in oro e argento e viene sistemato al centro della “Sfera”, una struttura lignea ovale che subito prima della processione viene incastonata sul “Mondo”. Ecco che Gesù appare nudo sulla croce, ricoperto d’oro e Re del mondo. La croce è il suo trono.

Foto di Chiara Crapanzano

Tra gli ex voto anche una pallottola: pare che durante una sparatoria, qui, a Barrafranca, nessuno sia stato ucciso e quel piccolo segno sta lì a ricordarlo. La Madonna Addolorata, San Giovanni e l’Urna, uscite da altre chiese, raggiungono la Matrice. Da qui si uniscono alla processione del Crocifisso. I “lamentatori” urlano a squarciagola, la banda suona. I portatori urlano sudati. Corrono, si arrampicano, spingono e portano quel fercolo avanti e poi, improvvisamente, senza il comando di nessuno, ritornano indietro.

La folla si muove, entra ed esce dalle stradine, cerca di non farsi male, mentre i ragazzi, sudati a mollo ed ammassati uno su l’altro e sfiancati dalle fatiche, urlano

“Sono stati! I miei peccati! Gesù mio perdon pietà!”

Non è affatto un momento di lutto o di tristezza: è il delirio della primavera, della giovinezza. È il frastuono. Le strade si fanno sempre più strette e la folla sembra esplodere in un rito collettivo e tribale allo stesso tempo. “Je Ammisiricordia” urlano tutti. La banda sembra suonare più forte. Le urla stordiscono. Sembra di assistere da attori e protagonisti ad un rito antico. Cristo è morto sul Golgota. Qui la folla urla devozione e ricordi.

Vi riproponiamo il nostro primo docufilm, realizzato su questa meravigliosa festa.

 

 

Francesco Daniele Miceli

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