Architettura Siciliana, Palazzi Storici

Le Masserie Iblee

La masseria è un’azienda agricola in cui tutti gli ambienti, tra cui: l’ abitazione signorile del proprietario, la casa del massaro, le stalle per gli animali, i magazzini per le derrate e i laboratori si sviluppano attorno ad un cortile o corte interna. Fino al tardo medioevo, quando la Sicilia sud orientale era ancora allo stato feudale, non si costruivano ancora strutture del tipo “masserie”. Bisogna attendere il 1600, quando intervenne lo smembramento dei feudi, per incontrare qualcosa di analogo alle attuali masserie. Si tratta di vere fortificazioni agricole, caratterizzate da robuste ed alte mura, realizzate a difesa dai frequenti saccheggi.

Villa Carcara, Ragusa
Villa Carcara, Ragusa

Tra il finire del secolo XVIII e l’inizio del XIX, il paesaggio rurale ibleo subì una costante trasformazione, che lo portò ad assumere l’aspetto che abbiamo conosciuto durante la prima metà del secolo XX, dovuto alla diffusione dei contratti di enfiteusi. Fu dopo l’Unità d ’Italia, fra il 1870 ed il 1890, che le masserie conobbero un intenso processo di ampliamento e di ristrutturazione edilizia. Si costruirono nuove stalle, locali adibiti alla prima trasformazione dei prodotti , cisterne per l’acqua, selciatura, trazzere e abbeveratoi per le mandrie.

L’economia agraria crebbe col trascorrere dei secoli fino a quando il grano, la carne e le carrube divennero le materie prime trainanti dello sviluppo capitalistico dell’agricoltura iblea, che riuscì ad inserirsi nei circuiti del mercato internazionale. La masseria iblea può ricondursi a due tipi: siracusano e ragusano. La prima si sviluppa su una maggiore superficie; presenta un più ampio cortile e soprattutto è caratterizzata da un corpo a due piani. La masseria del tipo ragusano è più raccolta e contenuta, di solito senza pretese estetizzanti, con muratura viva e senza i colori vivaci della masseria di tipo siracusano.

masseria iblea
Foto di Lino Lombardi da Pixabay

Lo schema tipico della masseria consisteva in una struttura di tipo introverso. Cioè chiuso verso l’esterno e con aperture tutte rivolte verso l’interno della corte o del grande cortile. Le mura perimetrali, massive, senza aperture, proteggevano contro intrusioni di malintenzionati ed eventuali assalti di briganti. Una grande porta d’ingresso permetteva l’accesso al grande cortile alle carrozze e ad altri carretti da trasporto. In genere nei piani alti abitava il “padrone” e la sua famiglia. I piani bassi erano adibiti invece all’uso abitativo dei contadini e come depositi delle provviste.

All’interno del cortile erano anche presenti le stalle per i cavalli o per i muli nonché i locali per l’ allevamento di altri animali . Altri locali servivano per il deposito degli attrezzi da lavoro e come ricovero delle carrozze padronali A quei tempi le masserie erano quindi sinonimo di un’efficiente organizzazione economica legata al latifondo e alla grande proprietà terriera.

Hai mai visitato una masseria iblea?

 

Aldo Pilato

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