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Tonnara di Scopello, Trapani - Architettura Siciliana - Rubrica Sicilia

Architettura Siciliana, Tonnare

Tonnara di Scopello, Trapani

La più antica notizia documentata relativa all’attività della tonnara risale già al XII secolo e da queste fonti si può ipotizzare che all’epoca essa doveva essere costituita da un complesso alquanto modesto.

La tonnara fu proprietà della nobile famiglia Sanclemente fino alla morte di Allegranza che rimasta l’unica erede, nel testamento del 1597 ne assegnò due terzi al Collegio dei Gesuiti ed un terzo al Monastero della Beata Vergine Maria di Trapani. Quando nel 1767 fu soppressa in Sicilia la Compagnia di Gesù da Ferdinando III di Borbone su sollecitazione del Segretario di Stato Bernardo Tanucci, la loro quota della tonnara ridivenne possedimento demaniale, e fu in seguito acquistata alla somma di 20.000 scudi da Baldassare Naselli principe d’Aragona.

Nel 1805 tuttavia i Gesuiti, ritornati in Sicilia, riuscirono a rientrare in possesso della loro quota. Un decreto di Giuseppe Garibaldi del 17 giugno 1860 scioglieva nuovamente la Compagnia di Gesù: tutti i beni e le proprietà della Compagnia diventavano così demanio del nuovo Stato unitario. Lo stesso nel 1866 per la quota del monastero trapanese. Fu messa all’asta nel 1874 dall’intendenza di finanza di Trapani e acquisita per conto di otto comproprietari, con 2/8 della tonnara alla famiglia Florio. Gli eredi di questi acquirenti ne sono ancora oggi .

L’epoca di costruzione del primo nucleo e della torre situata sugli scogli non dovrebbe essere anteriore al XIII secolo, risultando evidente questa datazione dall’esame di alcune tecniche costruttive tipiche di quell’epoca: ad esempio quella adottata nella volta a piccoli conci che ricopre uno degli ambienti del marfaraggiu o nelle murature della stessa torre. Il nucleo più antico si individua facilmente nel corpo di fabbrica che sta addossato alla roccia sulla quale si eleva la detta torre di guardia.

Fino al 1468, anno in cui Giovanni Sanclemente chiese ed ottenne la concessione perpetua della tonnara, il marfaraggiu di Scopello ha conservato dimensioni modeste. Grazie all’ampliamento da lui realizzato la tonnara ha assunto un aspetto non molto dissimile da quello attuale. L’intervento del patrizio trapanese comportò l’edificazione di tutti i corpi di fabbrica che circoscrivono, insieme all’antico nucleo, il baglio della tonnara; segnatamente:

  •  La casa del custode, detto bagghieri, figura di riferimento per tutti gli addetti alla tonnara;
  • I magazzini nei quali venivano conservati attrezzi di piccole dimensioni e minuterie;
  • Il magazzino del bottaio;
  • La falegnameria;
  • L’ampio magazzino destinato alla conservazione delle reti, delle gomene e dei cavi d’acciaio, sia quelli semplici sia quelli impatornati. Qui era riposta la leva, ovvero la fittissima rete che costituiva la camera della morte;
  • Il magazzino del sale, con un soppalco in legno: qui veniva conservato il sale necessario alla conservazione, dentro i barili di legno, del tonno pescato;
  • Il magazzino dei sugheri: qui, oltre ai sugheri, erano custoditi gli alberi delle imbarcazioni della tonnara e le palme, ovvero i lunghi elementi verticali che, con il loro movimento, avevano la funzione si segnalare a distanza le variazioni delle correnti marine;
  • Una loggia, detta appenditoio, dove venivano appesi i tonni dopo il loro trasporto a terra per effettuare le varie fasi di lavorazione;
  • Un magazzino da cui si ha la possibilità di imbarco direttamente nella caletta sottostante;
  • Il magazzino attrezzato per l’allestimento delle reti;
  • Il magazzino per il deposito di remi e timoni;
  • Lo scagno, ovvero il locale dove veniva effettuata la paga della “decina” della ciurma;
  • Il piccolo forno del custode.

Nel periodo in cui la tonnara rimase in possesso dei Gesuiti e del monastero del SS. Rosario di Trapani, furono apportati miglioramenti nei corpi di fabbrica già esistenti, fu costruita o ricostruita una chiesetta barocca. Vennero poi costruiti o quanto meno trasformati sia i magazzini per il ricovero delle barche sia il corpo di fabbrica destinato all’alloggio dei pescatori, segnatamente:

  •  Il forno e la taverna dove si distribuivano ai tonnaroti il pane, il vino e la legna per cuocere la ghiotta, ovvero il pesce minuto;
  • Lo spazio destinato all’accatastamento della legna da distribuire alla ciurma;
  • Il deposito delle masserizie;
  • L’abitazione del rais con annesso il magazzino delle catene e quello per la conservazione di materiale vario;
  •  L’alloggio per 40 tonnaroti con annessa la rimessa di “muciare”, “caicchi” e delle “lance”;
  • Le cucine e i gabinetti;
  • Le trizzane, ovvero le rimesse dei “palischermi”.

Nel 1874, i 2/8 della tonnara furono acquistati da Ignazio Florio. A lui si deve, oltre ad opere di miglioramento generale, la sopraelevazione di uno dei corpi di fabbrica del baglio per potervi ricavare nuovi locali destinati all’amministrazione.

Nel 1984 ci fu l’ultima mattanza, e la tonnara cessò definitivamente l’attività produttiva. Oggi la tonnara è visitata da turisti provenienti da ogni parte del mondo e ospita al suo interno un diving center che organizza immersioni e ed escursioni in gommone.

Resta ancora oggi un luogo ricco di turismo da ogni angolo del mondo dove potrete godere di un ottimo paesaggio e gustare un buon pane cunzato.

 

Aldo Pilato

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