Feste Religiose, Pasqua in Sicilia

Misilmeri: I canti dell’Attesa

A Misilmeri, nella notte tra il Giovedì e il Venerdì Santo, si svolge un antichissimo rito itinerante che prevede l’intervento di diverse “squadre” di cantori che intonano un canto di Passione accompagnati dal suono delle tròcculi (o tabelle).

Foto di  Angelo  Cucco.  Copyright riservato.

A trucculiata, così come a Misilmeri viene chiamato il rito, si rifà a quelle manifestazioni religiose volute espressamente dalle istituzioni ecclesiastiche ed affidate agli ordini religiosi o alle confraternite per diffondere il messaggio religioso dettato dalla chiesa. Il canto è eseguito da gruppi (dette squadre) di soli uomini appartenenti perlopiù alle varie confraternite del paese.

Non manca tuttavia chi, per devozione o per tradizione familiare, si inserisce nel gruppo dei cantori pur non facendo parte di alcuna confraternita. Ogni squadra prevede circa tre o quattro cantori che si alternano nell’esecuzione, accompagnati da un numero più ampio di suonatori, ognuno con la propria tròccula, scuotendola fra un verso e l’altro del canto.

Le varie squadre si danno appuntamento sul sagrato della propria chiesa di appartenenza per dare inizio al rito. A mezzanotte circa, il cantore più anziano della squadra batte con la tròccula il portale della chiesa per tre volte consecutive, mentre intona le parole:

grapi Giuvanni ca lu Signuri è fora.

I cantori, quindi, iniziano ad alternarsi nell’esecuzione del canto cercando di rispettare la forma dialogica del testo verbale. Il percorso segue la via rî santi, cioè l’itinerario che solitamente compiono le processioni religiose del paese. È previsto quindi che si canti nei crocevia, davanti alle edicole votive, ma soprattutto davanti alle chiese. Durante il percorso non mancano offerte di bevande (soprattutto vino) alla squadra dei cantori da parte di devoti o delle famiglie degli stessi cantori. La competizione tra le squadre è ancora oggi un tratto evidente dell’intero rituale. Ciò si manifesta nel numero dei cantori e dei suonatori, nella presenza di un cantore anziano all’interno della squadra e soprattutto nelle loro qualità canore.

Sono soprattutto i cantori più anziani a manifestare ancora oggi quel forte legame devozionale con questi riti, tanto attesi durante l’anno perché ritenuti indispensabili al giusto compimento del ciclo pasquale. Le competenze di ordine espressivo marcano d’altronde l’identità individuale, trasformando questi esperti cantori in veri leader culturali.

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Francesco Daniele Miceli

 

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