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Pesce Spada - Fauna Siciliana - Rubrica Sicilia

Fauna Siciliana

Pesce Spada

Il pesce spada è presente nelle zone tropicali, subtropicali e temperate di tutti gli oceani, nonché nel nostro mar Mediterraneo dove solitamente nuota in superfice, ma può scendere ad una profondità di oltre 700 metri.

Il corpo del pesce spada ha una forma cilindrica che si restringe in prossimità della coda. Ha una colorazione blu/argentea nella parte superiore del corpo per mimetizzarsi con il blu del mare e una colorazione più chiara nel ventre.

Raggiunge anche i 4/5 metri di lunghezza, ma la taglia media si aggira intorno i 3 metri per un peso che talvolta supera anche i 400 kg. È uno dei pesci più veloci e in alcune situazioni può anche raggiungere la velocità di 80 km/h.

È un pesce solitario che riusciamo a vedere in coppia solo nel periodo della riproduzione e molto raramente in piccoli gruppi. Lo spada da piccolo è differente da un esemplare adulto. Infatti, da piccolo ha squame e denti che poi perderà nell’età adulta. Si nutre di sgombri, calamari, aringhe che colpisce con la sua potente spada che in realtà è il prolungamento della mascella. La spada, quindi, viene utilizzata sia per la caccia che per la difesa dagli attacchi di altri predatori come orche o squali.

Purtroppo l’unico luogo dove vediamo questo pesce è sul banco della pescheria. Una delle più antiche tecniche di pesca utilizzate nello stretto di Messina è quella con le Feluche, imbarcazioni dotate di torretta e passerella.
La torretta di avvistamento è di metallo ed è alta più di 20 metri. In cima c’è una piccola piattaforma chiamata coffa, nella quale si trova un marinaio chiamato “vedetta”, che appena avvista il pesce deve comunicare immediatamente all’arpionatore la posizione e la direzione di nuoto dell’animale. Esso, dotato di eccezionali vista ed equilibrio: non deve oscillare in piedi sulla passerella di legno a prua della feluca.

Da questo momento la barca insegue il pesce, l’arpionatore lo colpirà lanciando da sopra la fiocina, cioè l’asta di metallo alla quale è stato avvitato un arpione ad una estremità, così da colpire il pesce con forza e precisione millimetrica. Purtroppo nel nostro mare ci sono sempre meno esemplari a causa della pesca e soprattutto della cattura di giovani esemplari. Questi non riescono a riprodursi rallentando così notevolmente la conservazione della specie.

Rispettiamo questi esemplari.

Davide Farruggia

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