Cavadduzzu E L’Omu Sarbaggiu
Maggio 29, 2023

“Cavadduzzu E L’Omu Sarbaggiu” è uno spettacolo di tradizione centenaria, che si effettua nel corso di feste patronali ed è caratterizzato da una serie di giochi pirotecnici che fanno da cornice alla lotta tra due uomini, uno dentro un’intelaiatura di legno a forma equina, e l’altro nel rappresentare un “uomo selvaggio”.
Mentre l’animale esegue una forma di danza, l’uomo cerca di tenerlo a bada e di addomesticarlo. Tutta la figurazione è costellata dallo sparo di mortaretti e di fiaccole, poste su ogni struttura. Ciò simboleggia l’incontro dell’uomo con la natura. Una dura lotta tra i due personaggi che termina con la vittoria di chi resiste più a lungo alle cariche esplosive.

Questa meravigliosa manifestazione si svolge nel messinese in diverse occasioni. Ad esempio durante l’Epifania a Bordonaro, al termine dell’annuale appuntamento con “U Pagghiaru”. Quest’ultima è una tradizione risalente all’XI secolo ed importata dai Padri Basiliani che usavano festeggiare il giorno del Battesimo del Signore.
Durante questa manifestazione, diversi giovani si sfidano nel tentativo di scalare una spercie di capanno sospeso su un alto palo e addobbato con vari oggetti colorati. L’intero rito trae origini dalle antiche feste agrarie di matrice precristiana volte a propiziare la fecondità della terra.
A conclusione di questa manifestazione, la folla si raduna nella vicina chiesa dove il sagrato diviene teatro di un altro rito affascinante, oltre che di interesse antropologico: la pantomima del “Cavadduzzu e l’omu sarbaggiu”. Si tratta di una sorte di battaglia inscenata, sotto forma di danza eseguita al suono della banda musicale, da due uomini che indossano, il primo un’armatura raffigurante un cavallo, u cavadduzzu, e l’altro una corazza, un elmetto, una lancia e uno scudo, l’omu sarbaggiu.
Le armature sono in canne e legno, a differenza di stoffa o cartapesta, presente per plasmare le figure, come spesso in tante feste siciliane. Qui vengono sapientemente addobbate con centinaia di petardi fatti esplodere proprio nel corso della battaglia. L’abilità dei due personaggi sta nel riuscire a mimare i passi di danza assecondando lo sparo dei mortaretti e le fontane di fuoco.
A vincere la battaglia, che ha uandurata massima di cinque minuti, è colui che spara l’ultimo colpo che tradizionalmente deve essere il cavadduzzu. La pantomima rappresenta la ciclica lotta del bene contro il male. Rituali che venivano celebrati nelle antiche società agrarie, soprattutto in quei periodi in cui le paure e le incertezze per il futuro erano frequenti.
Questa straordinaria manifestazione si svolge anche in occasione della festa di San Francesco di Paola a Messina. Ciò grazie ad associazioni come l’Associazione Culturale Portatori di San Francesco di Paola. Due giorni di festa diversi nel messinese, ma con un unico significato intrinseco e cioè, ancora una volta, la rigenerazione della vita e della natura e la propiziazione di un futuro migliore. La vittoria del bene sul male.
E voi la conoscevate la manifestazione del Cavadduzzu E L’Omu Sarbaggiu?