Curiosità Siciliane

Curiosità Natalizie Siciliane

Quando si pensa al Natale in Sicilia, difficilmente si pensa a scenari innevati, immaginandosi seduti davanti ad un caldo camino, avvolti da una accogliente coperta di lana. Eppure qui c’è questo e molto di più.  Si ha la possibilità di trascorrere le festività natalizie sulle vette innevate dell’Etna, oppure optare per l’affascinante mare invernale e la rilassante quiete di una spiaggia di una riserva naturale. Il luogo quindi non rappresenta un problema, soprattutto perchè ovunque voi siate ci sarà sempre un posto a tavola e un caldo piatto ad accogliervi. Tuttavia ci sono alcune curiosità natalizie siciliane poco note che meritano di essere raccontate.

Tra queste abbiamo l’Aranciata di Modica o Aranciata Modicana, ma non si tratta della solita bevanda gassata che si beve. É un dolce tipico della tradizione modicana, una sorta di “torrone”. Si prepara con le scorze di arance siciliane cotte nel miele.

Le ricette della tradizionale pasticceria siciliana subiscono rielaborazioni in chiave moderna. L’Aranciata di Modica si prepara di solito durante le festività del mese di dicembre. Adatta per terminare un pasto, si può usare al posto dello zucchero, per dolcificare bevande calde, come tè e tisane. Insomma, è davvero una “chicca” da provare. Ne esiste anche una versione a base di cedro: la Cedrata.

ZUCCO curiosità natalizie siciliane
Foto di Pexels da Pixabay

Un’altra curiosità è lo Zuccou Zuccu. Si tratta del ceppo di Natale o falò della vigilia. Il fuoco ha un grande valore simbolico e il 24 dicembre simboleggia la vittoria della luce sulle tenebre. Fin dall’antichità il fuoco è simbolo di rinnovamento, di purificazione, ma, allo stesso tempo, distruttivo. In Sicilia, poi, c’è un legame particolare, perché il fuoco è dominato da Efesto che secondo la leggenda vive nelle viscere dell’Etna.

Il termine Zucco deriva dall’arabo ed indica il ramo che nasce dalla parte bassa del tronco di un albero. Per avere un valore rituale, il fuoco deve bruciare lentamente. Così il legno diventa il ceppo, albero della vita e del sole.

Il rituale dello Zucco si rinnova prima della cena della vigilia in alcuni centri siciliani. Solitamente il cumulo di legna viene benedetto da un sacerdote, in presenza delle principali cariche istituzionali. Alla fine delle celebrazioni si usava portare a casa un legnetto dello zucco per alimentare il proprio focolare, in segno di buon augurio. La fiamma è simbolo di fede, di amore e di attrazioni belle per il nuovo anno che sta per arrivare.

Zampognaro curiosità natalizie siciliane
Zampognaro

Accanto ad un buon caldo fuoco c’è ottima musica e i ciaramiddari, gli zampognari siciliani non possono mancare. Con canti, musiche strumentali e azioni drammatiche si celebra la Natività.  Si cantano le novene, canti narrativi suddivisi in nove parti che raccontano le vicende della Natività. Lo zampognaro suona uno strumento a fiato, molto simile ad una cornamusa: la zampogna, ed in Sicilia prende il nome di “Ciaramedda”.

Si tratta di un sacco, dotato di quattro o cinque canne, che vengono inserite in un ceppo, dove viene legato l’otre. Questo è creato con  un’intera pelle di capra o di pecora. Composto da cinque canne, ma solo due sono strumento di canto, mentre le altre emettono una nota fissa.

Quando ancora gli zampognari, così come figura legata al Natale, non esistevano, il terribile Nerone, imperatore romano, suonava l’utricularium, sicuramente il padre della zampogna.  Nerone e i romani, però, non avevano inventato lo strumento. La sua invenzione si deve alle civiltà greche arcaiche.

carte siciliane
7 e mezzo. Gioco di carte.

Le tavole dell’isola non abbondano soltanto di squisite prelibatezze ma anche di tante curiosità natalizie siciliane come i giochi di carte. Qui le tradizioni hanno un ruolo importante: Sette e mezzo, la Tombola, Stop, Ti Vitti, il Mercante in Fiera e il più azzardoso Zicchinedda, che coinvolgeva prima solo uomini ma oggi anche le donne. Reso famoso dal “Giorno della Civetta” di Leonardo Sciascia, il gioco della Zicchinedda fonda le sue radici nel XVI secolo quando i Lanzichenecchi, da cui ha origine il termine, introdussero il gioco in Italia. Da sempre per errore assimilato al poker, rappresenta il “Re” dei giochi cattivi che si è diffus nell’ambito delle tradizioni natalizie, riducendo sul lastrico i giocatori più sfortunati.

E così, tra amici e parenti, cenoni e pranzi, giocate fortunate e alcune meno, si prosegue fino all’Epifania che tutte le feste porta via. E tu quante curiosità natalizie siciliane conoscevi?

 

Andrea Barbaro Galizia

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