Edmondo De Amicis e la Sicilia
Ottobre 9, 2022
“Oh quegli occhi siciliani così profondi, così acutamente scrutatori, così pieni di sentimento e di pensiero, e pur così misteriosi. Avete già lasciato l’isola, ma vedete ancora quegli occhi, un baleniò di pupille oscure come sparse per l’aria che vi dicono mille cose non ben chiare, e par che vi leggano nell’anima, senza svelarvi l’anima che fiammeggia in loro.”
Sono esse veramente l’espressione visibile della profondità e della complessità del carattere siciliano, così difficile a definirsi, così vario in sé medesimo e pieno di contraddizioni, di disarmonie e di lacune, per cui disse uno scrittore dell’isola che il siciliano “pensa e sente come un arabo, agisce come un greco, concepisce la vita come uno spagnuolo”. Edmondo Mario Alberto De Amicis (Oneglia, 21 ottobre 1846– Bordighera, 11 marzo 1908) è stato uno scrittore, giornalista e militare italiano. È conosciuto per essere l’autore di Cuore, uno dei libri più popolari della letteratura mondiale per ragazzi.
Era di famiglia benestante. Il padre Francesco, genovese originario del Centro Italia, banchiere di sali e tabacchi. La madre, Teresa Busseti, originaria dell’Alessandrino, faceva parte dell’alta borghesia. All’età di due anni la sua famiglia si trasferì in Piemonte, dove il piccolo Edmondo studiò alle scuole primarie. Edmondo De Amicis a sedici anni entrò al Collegio militare “Candellero” di Torino e poi fu ammesso all’Accademia militare di Modena, che frequentò fino all’estate del 1865, licenziandosi con il grado di sottotenente.
Trasferitosi a Firenze, divenne giornalista militare, per assumere la direzione de L’Italia militare, organo ufficiale del ministero della guerra. De Amicis si reca in Sicilia nel 1865 e non nel 1867 come puntualmente smentisce Piero Meli nel suo articolo Edmondo De Amicis e i fantasmi letterari del colera in Sicilia. Andò quando aveva fatto la sua prima guarnigione militare a Messina, ripartendo con il suo reggimento nell’aprile del 1866 per partecipare alla guerra contro l’Austria. Sull’isola sarebbe tornato soltanto nel 1906, su invito del poeta Mario Rapisardi.
Anche voi venite rapiti da uno sguardo siciliano?