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Peppino Impastato, Cinisi - Rubrica Sicilia

Vittime di Mafia

Peppino Impastato, Cinisi

Giuseppe Impastato, detto Peppino nasce a Cinisi il 5 gennaio 1948, ed è stato un giornalista, conduttore radiofonico e attivista italiano, membro di Democrazia Proletaria e noto per le sue denunce contro Cosa Nostra, la stessa che lo assassinò il 9 maggio 1978 per ordine del boss mafioso Gaetano Badalamenti. Lo stesso giorno fu ritrovato il cadavere di Aldo Moro in via Caetani a Roma. Ucciso dalle Brigate rosse dopo 55 giorni di prigionia, oscurando del tutto la notizia dell’omicidio di Peppino.

Peppino-Impastato
Foto Storiche di Peppino Impastato

Giuseppe Impastato era nato in una famiglia mafiosa, ma fin da subito aveva preso le distanze da quelle logiche mafiosi del padre e aveva provato a denunciare il potere delle cosche e il clima di omertà e di impunità di Cinisi.

Ispirato dal lavoro e dalle idee di Mauro Rostagno e di Danilo Dolci. Nel 1975 fondò il circolo culturale Musica e cultura, un’associazione che promuoveva attività culturali e che diventò un importante punto di riferimento per i ragazzi del paese. Si trattavano argomenti inerenti all’ambiente, il nucleare, l’emancipazione femminile e  tutti i temi caldi dell’epoca.

Nel 1977 Peppino fondò Radio Aut, un’emittente autofinanziata di controinformazione. Radio Aut scherzava ironicamente sulla mafia e i politici locali, analizzandone con acuta intelligenza gli  stretti legami.

Foto Storiche,  Democrazia Proletaria

Peppino si era candidato alle elezioni comunali con la Democrazia proletaria. Morì nella notte tra l’8 e il 9 maggio. Il suo cadavere esplose con del tritolo sui binari della ferrovia Palermo-Trapani.

I giornali, le forze dell’ordine e la magistratura parlarono di un’azione terroristica in cui l’attentatore era rimasto ucciso. La determinazione della madre di Peppino, Felicia, e del fratello, fece emergere la matrice mafiosa dell’omicidio, riconosciuita soltanto nel maggio del 1984 anche dall’ufficio istruzione del tribunale di Palermo.

Tuttavia, oltre al danno la beffa.  Nel maggio del 1992, i giudici decisero l’archiviazione del caso, nonostante la matrice mafiosa del delitto. Era impossibile individuare i colpevoli. Nel 1994 il Centro di documentazione dedicato a Peppino Impastato presentò la richiesta di riapertura del caso, supportata da una petizione popolare.

Occorreva sentire il nuovo collaboratore di giustizia Salvatore Palazzolo, affiliato alla cosca mafiosa di Cinisi.

Nel giugno del 1996, quest’ultimo indicò Badalamenti come il mandante dell’omicidio insieme al suo braccio destro Vito Palazzolo. Riaprirono l’inchiesta. Nel novembre del 1997 emisero un ordine di arresto per Badalamenti, detenuto negli Stati Uniti.

Foto Storiche di Peppino Impastato

Il 5 marzo 2001 la corte d’assise di Palermo condannò Vito Palazzolo a 30 anni di carcere per l’omicidio di Peppino Impastato. L’11 aprile 2002 il  tribunale condannò Gaetano Badalamenti all’ergastolo per essere il mandante di quell’omicidio.

Palazzolo e Badalamenti sono morti in carcere. Dopo  24 anni dall’omicidio arrivò finalmente la giustizia che tanto aveva desiderato mamma Felicia. Lei stessa non aveva mai desiderato vendetta.

Grazie Peppino perchè oggi possiamo liberamente gridare che:

“La mafia è una montagna di Merda.”

Andrea Barbaro Galizia

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