La Pesca
Ottobre 18, 2023
La pesca, il cui nome scientifico è Prunus persica, è un frutto utilizzato sin dai tempi più antichi. Originaria della Cina, si diffuse in Asia sino alla Persia. Ed è qui che deriva dal nome latino ‘persica’, evoluto in differenti dialetti italiani fra cui il siciliano: pessica, pièrsica,pèrsica).
Con le conquiste di Alessandro Magno il frutto arrivò sino alle coste del Mediterraneo orientale mentre con le conquiste di Roma si diffuse nel resto del Mediterraneo intorno al I sec. d.C.. Secondo la FAO il più grande produttore è la Cina. Al secondo posto con un rilevante distacco c’è l’Italia e poi seguita da: Spagna, Grecia, Turchia ed USA. Questi Paesi producono oltre il 70 % della produzione mondiale di Pesche. In Italia, negli ultimi anni, le regioni dove si produce di più sono: Piemonte, Emilia Romagna e Veneto.
In Sicilia la coltivazione della pesca, soprattutto in alcune zone, come ad esempio Delia ha ottenuto l’IGP per le sue caratteristiche la pesca a polpa gialla, a polpa bianca e nettarine a polpa gialla. Le varietà si possono utilizzare (per l’IGP) nei soli territori di questi comuni: Delia, Caltanissetta, Sommatino, Riesi, Butera, Mazzarino e Serradifalco, per quanto riguarda la provincia di Caltanissetta; Canicattì, Castrofilippo, Campobello di Licata, Ravanusa e Naro per quanto riguarda la provincia di Agrigento.
Esiste la Pesca di Leonforte IGP riconosciuta tale nel 2013 il cui areale ricade all’interno della provincia di Enna: Leonforte, Enna, Calascibetta, Assoro ed Agira. Una pesca tardiva la cui peculiarità sta, da diversi decenni, nella pratica dell’insacchettamento dei frutti sulla pianta. Si tratta di un metodo di controllo della mosca mediterranea (Ceratitis capitata). Tale metodo ha rappresentato uno degli elementi contraddistintivi di questa produzione.
I due ecotipi locali di pesca sono: Bianco di Leonforte (caratterizzata da polpa bianca) e Giallone di Leonforte (caratterizzato da polpa gialla). La Pesca di Bivona IGP riconosciuta tale nel 2006 il cui areale ricade per tra la provincia di Agrigento e Palermo e precisamente nel territorio dei comuni di Bivona, Palazzo Adriano, San Biagio Platani, Alessandria della Rocca e Santo Stefano di Quisquina.
La denominazione «Pescabivona» indica i frutti dei quattro seguenti ecotipi di pesco originati ed evoluti nella zona di produzione: Murtiddara o Primizia Bianca, Bianca, Agostina, Settembrina. Si tratta di una pesca duracina a polpa bianca con colore nel fondo della buccia bianco-giallo-verde e sovra-colore rosso. Quest’ultimo deve essere inferiore al 50%.
La coltivazione di questa pesca in questa zona risale agli anni ’50. Infine troviamo seppur non hanno ancora l’ IGP sono estremamente tipiche della Sicilia la Pesca Tabbacchiera(o Saturnina) e la Pesca Sbergia. La prima è coltivata alle pendici dell’Etna. Essa è caratterizzata da una forma che la rende originale, schiacciata quasi come se fosse una tabacchiera. La varietà a pasta bianca si caratterizza per l’intensità dei profumi varietali, la dolcezza e la morbidezza della polpa. Inoltre è anche un presidio Slow Food. Nello specifico i territori interessati sono: Adrano, Bronte, Biancavilla, Maniace, Mojo Alcantara e Roccella Valdemone. L’ultima, la sbergia è rarissima, si trova solo in Sicilia precisamente viene coltivata nei territori di soli tre comuni messinesi: Monforte San Giorgio, San Pier Niceto e Torregrotta. Ha la buccia liscia e la polpa bianca.