Vittime di Mafia

Provvidenza Bonasera, Villaggio Aldisio

Il 13 giugno 1989 rimarrà per sempre una data tragica nella memoria di Messina. In quel giorno di inizio estate, il tranquillo villaggio Aldisio, un quartiere periferico della città dello Stretto, fu teatro di un evento che scosse profondamente la comunità locale e mise in luce la brutalità della guerra di mafia che imperversava in quegli anni. Provvidenza Bonasera, una donna di 65 anni, stava facendo la spesa nel supermercato Despar, situato vicino al capolinea dell’autobus numero 2.

Era una giornata come tante altre per lei, ignara che la sua vita stava per essere tragicamente sconvolta. Il supermercato, di proprietà dei genitori di Pippo Leo, un noto boss mafioso locale, era diventato il bersaglio di una faida sanguinosa tra clan rivali.

Intorno alle 11 del mattino, quattro sicari armati giunsero davanti al supermercato a bordo di una Alfa Romeo Giulietta. Con i volti celati da passamontagna, scesero dall’auto e, senza alcun preavviso, iniziarono a sparare all’impazzata con un fucile a canne mozze. Il loro obiettivo era chiaro: eliminare Pippo Leo. La scena ricordava tristemente le sparatorie della Chicago degli anni ’30, con la differenza che questa volta accadeva in una tranquilla città siciliana.

Nel caos che seguì, Pippo Leo riuscì miracolosamente a sfuggire all’agguato. Tuttavia, la furia omicida dei sicari non risparmiò gli innocenti presenti. Cinque persone, tra clienti del supermercato e passanti, rimasero ferite nella sparatoria. Tra queste, la povera Provvidenza Bonasera fu colpita gravemente a una gamba.

Provvidenza Bonasera

Ricoverata d’urgenza in ospedale, la donna trascorse mesi di atroci sofferenze, lottando contro le ferite inflitte da proiettili che non erano destinati a lei. Nonostante le cure e gli sforzi dei medici, Provvidenza non riuscì a superare le complicazioni. Il 27 dicembre dello stesso anno, dopo sei mesi di agonia, si spense, diventando l’ennesima vittima innocente della violenza mafiosa.

La morte di Provvidenza Bonasera non fu solo una tragedia personale per la sua famiglia, ma divenne un simbolo della brutalità e dell’insensatezza della guerra di mafia. La sua storia, come quella di tante altre vittime innocenti, ricorda quanto la violenza mafiosa non colpisca solo gli affiliati ai clan, ma devasti intere comunità, strappando vite innocenti e seminando terrore tra la popolazione civile.

Questo episodio rimane una ferita aperta nella memoria collettiva di Messina, un monito sulla necessità di combattere con fermezza il fenomeno mafioso e di ricordare sempre le vittime innocenti di una violenza cieca e senza scrupoli.

Ciao Provvidenza, la tua storia non la dimenticheremo mai.

Viviana Bonfirraro

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