Feste Religiose, Pasqua in Sicilia

Cristo muore in Ortigia

In Ortigia, il dolore di Cristo e Maria diventa spettacolo di silenzio.

Ortigia è un luogo magico. Questa piccola isola, cuore di Siracusa, conserva tesori, atmosfere, viuzze e scorci sul Mare che diventano un palcoscenico perfetto per celebrare, ricordare, rivivere e decifrare la Passione di Cristo.
Anche da qui passarono gli Spagnoli, erano i secoli XVI e XVII, e il loro modo di vivere il cattolicesimo era unico, raro, forte. Gli antichi riti di Ortigia ne sono testimoni!

La notte del Giovedì Santo è infinita, eterna. Tutte le chiese sono silenziose ma aperte, e vi girano curiosi, devoti, turisti. Sono tutte piene di “Sepolcri”, creati con piantine fatte germogliare, fiori, frutti, decori di ogni genere che addobbano l’interno delle chiese. La luce flebile delle candele e dei lumini sembra riecheggiare anche nelle strade e coprire tutto di silenzio.

 

Foto dei Misteri, Chiesa Santo Spirito. Foto di Antonio Randazzo

È solo l’attesa di una notte intera piena di pathos ed emozione, grazie a ben nove chiese coinvolte in un unico rito collettivo: la Cattedrale, la Chiesa di San Paolo, di San Filippo Apostolo, di San Cristoforo, di San Martino, di San Pietro al Carmine, di Santa Maria della Concezione ed anche la Chiesa di San Benedetto, seppure segua un rito Ortodosso.

Tra tutti questi sepolcri spicca quello della Chiesa di Santo Spirito, illuminata dalla luna piena (tipica di queste notti) e dal Lungomare di Levante. Qui vi è la rappresentazione dei “Misteri”, statue in stoffa che, in un unico abbraccio, sotto le Navate della chiesa, raccontano la Passione di Cristo. Soldati, sacerdoti, donne addolorate hanno abiti di stoffa e sembrano proprio vivi nelle loro espressioni di dolore.

Il Venerdì Santo si svolge la processione del Cristo morto nella sua bara di vetro e dell’Addolorata, chiusa nel suo Manto nero e nel suo pianto: il primo esce dalla Chiesa di San Filippo, l’altro simulacro da quella del Carmine.
La marcia funebre sembra assordare le orecchie col suo dolore, il Cristo passa, chiuso nella sua tomba di vetro e circondata da Angeli; ciascuno sembra mostrare al popolo circostante gli strumenti di tortura che hanno ucciso il figlio di Dio. Delle Lanterne, dalla “bara” di Cristo stesso illuminano la notte e il mare.

L’isola di Ortigia si tinge di nero, di lutto, di tristezza e di gente. Muore Gesù. E qui, in riva al mare, si piange insieme alla Vergine Madre.

Francesco Daniele Miceli

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