Letteratura Siciliana

La fiaba di Betta Pilusa

A testimonianza del fatto che la nostra Terra abbia subito numerose influenze, oggi ti racconterò un’antica fiaba che sembra ricordarne un’altra di origini francesi, “Peau d’ane” ( letteralmente Pelle d’asino) resa nota al pubblico da Charles Perrault.

La  nostra fiaba è tramandata per intere generazioni, che di volta in volta modificano la versione che hanno ascoltato. Una fiabia che si rinnova di volta in volta. Si tratta della fiaba di Betta Pilusa. Ti racconterò la versione più diffusa.

In una ridente città siciliana, vicino ad un bosco, vivevano un re, una regina e il loro figlio. Un giovane principe pieno di sogni e di fantasie come tutti i giovani della sua età. Poco distante da quel regno viveva una piccola principessa indecisa su chi sarebbe diventato il suo compagno di vita. Un giorno la principessa, chiamata “Spera di suli” (letteralmente aureola di sole) per i suoi luminosi capelli biondi, decise di cercare il suo futuro sposo oltre i confini del suo regno. Lei era convinta che lì tutti le chiedessero la mano per le sue ricchezze e per la sua bellezza.

betta pilusa

Un giorno per rendersi irriconoscibile comincia il suo viaggio indossando vecchi vestiti sporchi ed avvolgendosi in una grande pelle di asino. La principessa, non spaventata dal fare le faccende domestiche e dalla fatica in generale, comincia a lavorare un po’ dappertutto ed, durante una tappa del suo viaggio, arriva nel regno del principe sognatore. La principessa se ne innamora fulmineamente e decide di voler restare lì ad ogni costo. Ella riuscì a trovare un pretesto: sostituire la fornaia del palazzo reale. Il tempo passava  chiamare Betta Pilusa, ormai dimorava in quel palazzo e una sera mentre si trovava nella sua stanza, il principe curiosone la spiò dalla serratura.

Ciò che vide il principe fu incantevole. Si trattava di una dolce fanciulla dai capelli dorati che fluttua e danza cantando insieme alla sua fata madrina. Il principe estasiato, bussa alla sua porta che, una volta aperta lascia la vista a una povera Betta Pilusa nella sua misera stanza buia. Perplesso e disperato il principe comincia a chiedersi dove fosse finita quella meravigliosa fanciulla. Senza Ottenere alcuna risposta si abbandonò ad una strana malattia, il cui unico antidoto era una focaccia preparata dalle mani di una regina.

La madre del principe tentò la fortuna e cominciò così a cucinarne qualcuna. Tutte inappetibili. Così, un giorno, una serva del reame propose di far cucinare una focaccia a Betta Pilusa, ormai nota a tutti per le sue grandi qualità culinarie. Mentre Betta impastava una delle focacce più buone di sempre, perse il suo anello nella farina che, finito tra i denti del principe, diventò la chiave di volta di questo racconto.

Soddisfatto e sazio, il principe decise di voler incontrare colei che preparò la focaccia, nonché la donna dalle mani d’oro. Betta Pilusa viene convocata dai reali. Quando il principe le chiede di togliere via quel brutto mantello, fu chiaro che quella fanciulla era la stessa meravigliosa ragazza dai capelli biondi che guardando il suo principe senza più veli, non lo avrebbe lasciato andare mai più.

Come ogni fiaba che si rispetti, i due innamorati vissero per sempre felici e contenti, sicuri che l’amore vero non conosce ricchezze né oggetti materiali.

Andrea Barbaro Galizia

2 comments on “La fiaba di Betta Pilusa

ninfa

Che bella! Ho sempre sentito parlare di Betta pilusa come esempio di bruttezza e goffaggine, ma non sapevo la storia! Grazie

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è stato un piacere. Alla prossima storia.

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