Castelli Siciliani

Castello di Aci Castello

A pochii chilometri di distanza da Catania si trova una costa leggendaria, con uno dei castelli più belli della Sicilia Orientale. La costa è conosciuta come la “Riviera dei Ciclopi“, un luogo dall’incantevole bellezza naturale in cui si miscelano mito e storia.

Foto Instagram di Elia Aquilini (eliaaquilini)

Si tratta di una fortezza, un bellissimo maniero normanno. Il Castello di Aci Castello si erge maestoso su una rupe di origine vulcanica, derivante da una risalita di magma dalle profondità marine. Aci Castello è un antico borgo marinaro, che ha moltissime curiosità da raccontare. Si comincia, naturalmente, dal nome. Nella mitologia greca si narra che la ninfa Galatea si innamorò del pastore Aci e questo scaturì l’ira del Ciclope Polifemo, ma questa è un’altra storia (clicca qui).

Foto di Alex De Benedictis (alexdebenedictis)

Il Castello si trova in posizione di sentinella strategica sul Mar Jonio. Per questo fu oggetto di contesa di tante popolazioni del passato.  Intorno al 902, dopo aver conquistato Taormina, l’emiro arabo Ibrahim conquistò la zona, distruggendo la roccaforte. Non si ha certezza del fatto che il califfo Al Moez ricostruì la fortezza nel medesimo luogo.

Ciò che sappiamo con  certezza è che il  castello, legato al nome del condottiero normanno  Roberto il Guiscardo e al frattello il Conte Ruggero d’Altavilla, fu il primo luogo in cui giunsero le reliquie di Sant’Agata, arrivate da Costantinopoli, poi spostate a Catania.

Foto Instagram di Letizia Calì (letizia_cali_photo)

Numerosi leggende vivono le sale del castello, tra fantasmi e rumori catene si narra che un povero cacciatore uccise per errore una gazza appartenente al signore del castello. Questi era perfido e vendicativo, quindi lo imprigionò in una cella per  lunghi tredici anni. Un giorno giunse in visita il gran duca di Massa, ed il prigioniero intonò un canto. Udita quella melodia, il duca rimase colpito  da voler subito conoscere da dove veniva quella melodia. Saputo che si trattava di un prigioniero, ne ordinò subito la sua liberazione.

L’edificio, dal 1300 all’età dei Vicerè, passò di mano in mano, vivendo la lunga lotta tra Angioini e Aragonesi, diventano una prigione nel Cinquecento. Il castello sopravvisse al  terremoto del 1693, anche se con non pochi danni.

Pochissime le notizie sul periodo che va dal Settecento all’Ottocento. Durante la Seconda Guerra Mondiale, una grotta sotto il Castello fu utilizzata come rifugio antiaereo. A partire dal 1985 divenne museo civico della città che attira la curiosità di passanti e turisti che ogni anno lo popolano.

 

Andrea Barbaro Galizia

 

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