Santuario della Madonna dell’Elemosina, Biancavilla
Ottobre 19, 2022
Conosciamo insieme l’antichissimo culto della Madonna dell’Elemosina di Biancavilla, in provincia di Catania. Si tratta di un culto inestricabilmente legato alla storia di fondazione di Biancavilla.
Alla fine del Quattrocento infatti, una colonia di profughi greco-albanesi si recò in Sicilia fuggendo dall’incalzante espansione turca portandosi dietro l’icona bizantina della Madre di Dio “Eleùsa”. Giunti a 30 km da Catania, presso il campo Callicari di proprietà dei conti Moncada di Adernò, gli esuli decisero di fermarsi prima di riprendere il viaggio alla volta di Piana dei Greci (l’attuale Piana degli Albanesi). Piantarono le tende per la notte dopo aver appeso l’icona ad un fico.
La mattina seguente il simulacro venne interamente ritrovato aggrovigliato fra i rami del fico. Ciò si interpretò come la volontà della Vergine di far insediare la gente albanese laddove si era fermata, trovando tra l’altro il favore del conte Moncada. La Madre di Dio intervenne nei secoli più volte per salvare il proprio popolo da violente tempeste, dalla siccità, da terribili contagi di peste. Anche dalle tremende eruzioni vulcaniche dell’Etna, dai terremoti che devastarono la Sicilia orientale e perfino dalle schermaglie consumate nella seconda guerra mondiale tra Tedeschi ed Anglo-americani.
Nel 1948 il Consiglio Comunale di Biancavilla deliberò l’Atto di Consacrazione al cuore Immacolato di Maria SS. ma venerata a Biancavilla col titolo “unico” di Madre e Regina dell’Elemosina. Il titolo “Mater Elemosinae” deriva dal greco “Eleùsa” (misericordiosa) e descrive la sua carità e la sua clemenza. Ancora oggi i Biancavillesi la supplicano confidando nel suo provvidenziale aiuto. A giudicare dagli innumerevoli ex-voto e dalle messe celebrate “per grazia ricevuta”, le loro preghiere non rimangono mai inascoltate.
L’ultima domenica d’agosto e il 4 ottobre l’intero popolo festeggia solennemente la propria soccorrevole e generosa Patrona.
L’icona è in legno di cedro ed è dipinta con colori a tempera d’uovo. Essa è di fattura greco-bizantina, realizzata in ambito cretese. Inoltre risale agli inizi del XV secolo e le sue misure sono 67×86 cm. Da notare che l’icona viene vestita nelle feste con una manta di gusto tardo-barocco in argento, oro e preziosi detta “riza” realizzata nel 1979 dall’artista veneziano Franco Mazzucco sul modello della precedente riza trafugata in quello stesso anno.
Il Santuario della Madonna dell’Elemosina di Biancavilla, all’interno del quale è conservata l’icona, si fregia dei massimi titoli. Tra questi Chiesa Matrice sacramentale officiata nei riti bizantino e romano, Insigne Collegiata, confermata con bolla papale, Parrocchia, Santuario Mariano Diocesano e Basilica Pontificia.
L’Associazione laicale “Maria SS. dell’Elemosina” tutela e promuove la devozione della celeste Patrona dal 2002.
Nel 2016, in occasione del giubileo della Misericordia, l’icona originale della Madonna era in Vaticano da Papa Francesco ed esposta in piazza San Pietro nella giornata universale del volontariato e della messa di canonizzazione di madre Teresa di Calcutta. La stessa è venerata nei giardini vaticani e nella cappella privata del papa emerito Benedetto XVI.